La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

UN'INCHIESTA SULLA MASSONERIA 87 ===-=======s~- =-==--=-=-=-==;. - -=-=-=-================-=--======= nosco altri in cui ha indirettamente giovato ; opponendosi ali·opera nefasta di altre camorre. Di questi fatti valga come esempio il seguente. U~ insegnante di scuole elementari bocciò il figlio di un deputato che molto poteva sull'animo del mi... nistro Presidente del Consiglio (discorro di fatti accaduti molti anni or sono) ; questi ottenne dal ministro dell'istruzione pubblica l'ordine telegrafico di traslo.. care il professore, Ma quest'insegnante era massone, come il Presidente del Consiglio. Ricorse alla Massoneria, e venne un contr' ordine pure telegrafico. È manifesto,. in questo caso, che, per l'utilità del paese, sare~be meglio che nè ordini, nè contro ordini di tal fatta ci potessero essere, e che l'insegnante fosse solo considerato in relazione al suo valore scientifico e .didattico, l)la ove ciò non accada, sarebbe necessario avere una statistica, anche grossolana, per sapere quale delle camorre è peggiore delle altre. «Segue lo stesso per i sindacati degli impiegati dello Stato. A priori sembrano di danno al buon andamento della cosa pubblica, ma poi lo studio dei fatti dimostra che spesso, presso certi popoli ammalati di parlamentarismo, sono il solo n1ezzo efficace di resistere agli ingiusti favori largiti dai politicanti ai loro partigiani. « In ogni modo mi pare che si possa affermare che l'opera pre~ente dei nazionalisti contro la Massoneria è utile al paese ; perchè appunto riconduce i pendolo da un estremo ad altra posizione, che, per essere meno eccessiva, si può quasi certamente stimare maggiormente utile. Le mie risposte parranno più che altro espressione di dubbi ; ma di tale menda saranno scusate da coloro che sanno quanti complessi e difficili a conoscersi sono i fenomeni sociali » • Le osservazioni del Pareto, si prestano ad utili riflessioni. Nel male come nel bene v'è sempre molto di relativo. Eliminato un male non è detto, molte troppe volte, che non se ne determini uno maggiore. Un estremo può essere la causa di un altro estremo. Ma mentre la oscillazione t~a due estremi è utile, e gioverebbe che ci fosse, il passaggio senz'altro dall'uno ali' altro estremo non serve a nulla. E le considerazioni, da questo punto, potrebbero continuare. Noi le lasciamo al lettore. Ad ogni modo, nella vita, molto giova la esperienza. LUCIO SPERANZA ' LA SCIENZA UCCIDERA LA GUERRA? Che la scienza ucciderà la guerra è stato affermato ·più volte. Qualche anno prlma che scoppiasse la guerra europea Normann Angel scrisse un lihro - che ebbe molta fortuna e fu tradotto i~ più lingue - per dimostrare come la guerra fosse oramai resa quasi impossibile dalla complessità e interpendenza dei rapporti economici tra le nazioni e che, ad ogni modo, scoppiando avrebbe dovuto durare pochissimo. E in11ece non solo, a breve 'distanza di tempo, scoppia11ala gue"a, ma l'umanità non ne 11ide una altrettanto vasta, lunga e sanguinosa. Ciò che dimostra che le previsioni degli uomini, sia pure, di scienza, sono sempre fallaci. Questa 11olta è Guglielmo Marconi che torna ad affermare: « La scienza ucciderà la guerra » • E non a lunga scadenza I .fJ ddirittura tra due anni. Av11iso a coloro i che • pensano sul serio a conquiste d'imperio: occorre shrlgarsi. Ecco, ad ogni modo, come Guglielmo Marconi giustifica la sua previsione in una intervista concessa alla Gazette de Voss : « lo credo di poter dire - ha dichiarato lo scienziato Italiano - senza timore di essere tacciato di esagerazione, che la telegrafia e la telefonia senza fili~ come pure la televisione, hanno una missione particolarmente grandiosa da compiere; queste tre in11enzioniriunite costiuiscono il solo mezzo certo per rendere, nel/' avvenire, le gue"e impossibili. Biblioteca Gino Bianco

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