La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

80 LA CRITICA POLITICA sione eh•essa esercita, o è chiamata ad esercitare, ne è· il battesimo e la consecrazione » (SEI XI, 270) Il singolo individuo che chiude la vita nel sè stesso, nell'angusto ambito del proprio io, è essere impotente, è l'accidentale, la sua vita non ha valore umano, valore che si b·ova solo nel suo congiungersi all'universale; e come non è pietra o animale, ma è uomo, la sua vita che si chiude nell'affermazione egoistica è profondamente immorale ; è mera negatività, è male, incapace peraltro d'arrestare la storia, che s•afferma sopra di essa come sopra il transeunte e la contingenza. L'uomo deve realizzare l' umanità; e questo uni~ersale non è vuoto, questa umanità è la vita concreta delle nazioni ; onde non s•annienta il valore particolare dell'individuo, ma invece s' integra e si potenzia, elevandosi ad una tale universalità concreta. Il dovere dell'uomo, noi rammentiamo, è essenzialmente missione. Non è contemplazione, è fatica e lavoro. Non è annullamento della propria volontà nell'infinito, ma affermazione dell'infinità nella volontà propria. Non è mortificazione della carne, ma redenzione. Non è prosternazione alla volontà dell'assoluto e implorazione di grazia, ma è elevamento cosciente alla volontà divina e conquista dei beni. Non panteismo, non misticismo, ma il più pieno idealismo. Missione significa realizzazione d'un principio, come scopo della individualità; affermazione della particolarità svolgentesi nel1' universale. La vita dell'uomo è affermazione della particolarità nella proprietà, nell'ambito personale; nella famiglia, nell'ambito della nazione ; nella nazione, nell'ambito dell'umanità. L'universale si realizza in queste progressive formazioni particolari che allargano vieppiù il cerchio della vita, compiendosi nella umanità; e questa idealità di sviluppi extra temporali si salda nell'esistenza in una circolarità assoluta. Sopra questa scala non ci si a1Testa se non per restare nella tenebra, solo al sommo di essa splende la luce che illumina a chi vi è giunto tutti i gradi. La redenzione della volontà individuale in quella della nazione non significa l'assunzione di essa in un universale cieco. La vita non si compi~ nel buio e non v'è missione se non indirizzata a un intento. Il principio dell'umanità, che non è un'universalità indeterminata, ma una missione ancora, la missione somma, la missione di' realizzare il Diritto, come l'attuazione della volontà di Dio nella storia, è tale che non prende corpo nel vuoto, ma in un pensiero in una volontà, in un concreto· e determinato pensiero, in una concreta e determinata volontà di esso. Così la nazione non rappresenta già una semplice particolarità più lata di quella famigliare ma la vita concreta appunto dell'universale volere, dell'infinito, una particolarità in cui si compie la Missione umana; la nazione rappresenta un • pr1nc1p10. ·Biblioteca Gino Bianco

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