La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

LA NAZIONE IN C. MAZZINI ,79 ---_-_-_-_--_-_-_-_-_-_-_---~--------------~-~~~-=--=--=-=--=----...:::_ ___ = ============---=--==-=-= Il principio nel quale essa ha fede, deve dunque essere inviolabile e progressi1'o, perchè nè tempi, nè capriccio d'uomini lo consumi~o. L'intento dev'essere radicalmente morale, perchè uQ.'intento materiale soltanto è di sua natura finito, e però non costituisce base d'unione perpetua. Il diritto dev'essere derivato dalla natura dell'uomo, sola che i secoli non cancellino». E come il proprio perfezionamento e lo sviluppo ordinato delle proprie facoltà, è intento comune dell'individuo », il perfezionamento, e lo sviluppo progr~ssivo delle forze e dell'attività sociale è intento della nazione. Il mezzo è l'Associazione». (III, 62, cfr. VI, 163 segg.). La nazione è realtà razionale, perchè è essenzialmente, fuori del1' astratto e falso dualismo di mate1ia e pensiero, una realtà· dello spirito. Il concetto mazziniano sta saldo e ben fondato sopra questa roccia cristallina. S'è parlato di poi ancora della nazione come di cosa spoglia di yita reale, ente di pensiero o coscienza assunto quasi ombra cie~a a vagare nella luce dei cieli e sprezzante del corpo ; e s'è parlato d'altro canto da filosofi della nazione come d'un essere essenzialmenfe determinato dalle accidentalità della crosta terrestre, da queste e dalla divisione etnica o naturale della società umana unicamente definito. Sono queste, nell'uno e nell'opposto senso, costruzioni prive d'ogni vero, astratte definizioni incapaci di riflettere qella complessa unità del reale più che un'omb~a informe. Se pure sembra segnata dal dito di Dio - come dice Mazzini - « nei caratteri geografici, nelle lingue, nelle tradizioni delle ~iverse terre, la distinzione dei gruppi nei quali deve partirsi l'associazione universale» {SEI, XI, 26), nòn si deve altrimenti intendere la nazione che come l'anima che deve dar vita a questo corpo ; un'anima che non ha vita peralb·o se non in unità con un corpo ; ma il corpo si logo~a nella vicenda dei secoli e ritorna alla morte quando l'anima se ne stacca e l'abbandona, mentre l'anima è immortale e s'eterna nella vita in rinnovate incarnazioni. « La Patria - dice il Nostro nei Doveri - non è un territorio; il ten·itorio non è che la base. La Patria è l'idea che sorge su quello ; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio ». (D. VII, 64, cfr. XXXVIII, 197) « Nous ne croyons pas à l' éternité des races - dice in altro luogo - Nous ne croyons pas à I' éternité des langues. Nous ne croyons pas à l' éternité et toute puissante influence ~es climats sur le développement de l' activité humanitaire » (VII, 208). La nazione è realtà dello spi1ito e coscienza umana e però è la sua vita avanti tutto essenzialmente missione. « La nazionalità è per me santa perchè io vedo in essa lo strumento del lavoro pel bene di tutti, pel progresso di tutti; le condizioni geografiche, le tradizioni storiche, la lin- . gua, le tendenze speciali, non ne Jono per me che gl' indizi ; ma la misBiblioteca Gino- Bianco

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