La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

/ 78 LA CRITICA POLITICA ------ -_-_ -__::-_-_-_:::-_:::::: _____ --- - -- - ------ ------ spezzarsi sotto il peso di una realtà millenaria eh' essa contrastava senza aver coscienza del proprio sè stesso; per spezzarsi, nel suo schematismo rigido e scolastico, sotto il peso d'una realtà nimica, ch'essa non sapeva avvincere coll'impeto d'una fede e piegare nel calore di una lotta combattuta colla coscienza della verità e nella consapevolezza della propria forza. Profondissima e limpida è la coscienza che possiede di questo nuovo principio il pensiero di Mazzini. La concezione sua è vibrante di convinzione cosciente predicata in tono di religione. Si sente nelle sue parole tutta la potenza d'una mente che non s'era inaridita la vena della fede in un pesante travaglio di esegesi scientifica e di critica scolastica, quel travaglio che smorza colle sue gramaglie anche nei più grandi filosofi lo splendore di luce delle nuove verità conquistate. Si sente l'uomo che conosceva bene, nei suoi termini giganteschi, le difficoltà ed il valore di una lotta che impegnava sacrifì.. cando vi coscientemente tutto il se stesso ; si sente l'ardore d'una fede che non .saprebbe indietreggiare ; si sente la coscienza di possedere una verità e di combattere per dovere; si sente la passione d'un uomo che creava nella realtà una patria. che avea coscienza di dar corpo al proprio concetto nella realtà della propria patria. Si sente fremere fra le righe una forza ingigantita dalla coscienza di combattere un mondo ; dalla coscienza d'aver segnato nel disegno di Dio la vittoria. E bene, non sorridano i filosofi dalla cattedra, quei filosofi cui il freddo delle aule tetre della scuola sembra aver ghiacciato l'anima e impietrito il cuore, quei filosofi che curvi sopra i messali della lor scienza come sopra un cadavere da notomizzare sembran incapaci più di intendere cosa che non si lascia filh·are nei loro lambicchi, dimentichi che la loro è scienza di vita ; dimentichi che non s'intende il mondo se non per cangiarl~ ; non è per questo suo calore, poesia o intuito, non è predicazione ~'un invasato quella di Mazzini; è fede cui il pensatore è risalito dalla filosofia, da una severa, da una compiuta filosofia. « La scuola del dovere sociale - sctive Mazzini - è essenzialmente e logicamente unitaria. La vita non è per essa che un ufficio, una missione. La norma, la definizione di questa missione non può trovarsi che nel te1mine collettivo superiore a tutte le individualità nel paese ; nel papolo, nella Nazione ». (lii, 320-21). « Nazione - scrive in altro luogo - è parola che rappresenta Unità. Unità di principi, d'intento e di diritto, è la sola che riunisca in un tutto omogeneo una moltitudine di uomini: senza quella non v'è nazione, ma gente. Perchè nazione sia, i principi, l'intento, il diritto che la costituiscono hanno a posare su basi perpetue. Biblioteca Gino Biar.ico·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==