La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

74 LA CRITICA POLITICA Questo desiderio di introdurre la libertà politica, in mezzo a istituti e a idee contrarie alla libertà e già radicate nel nostro spirito, ha dato luogo durante questi sessanta anni a tanti vani tentativi di governo libero, _seguitida funeste rivoluzioni, sino a che, stanchi dei molteplici sforzi, abbandonata la seconda preoccupazione per seguire soltanto la prima, molti francesi finirono per convincersi che v'era qualche dolcezza nel vivere tutti eguali sotto un padrone. È così che oggi ci assomigliamo più agli economisti del 17 50 che ai nostri padri dell '89. Mi sono domandato spesso qual' è la sorgente di questa passione per la libertà politica che in tutti i tempi ha spinto gli uomini a fare le cose maggiori da essi compiute, e di quali sentimenti si rafforzi e si nutra. Quando i popoli sono mal diretti concepiscono naturalmente il desiderio di · governarsi da sè stessi ; ma questa specie di amore per l'indipendenza che nasce dai mali transitori del dispotismo, non è durevole e tramonta con la causa che l'ha fatta nascere. Sembrava che si amasse la libertà, e si scopre che si odiava invece il male della dipendenza in sè stesso. Non credo neppure che il vero amore per la libertà sia nato per i benefici che essa procura, giacchè questi benefici spesso si oscurano. Alla lunga la libertà. finisce per dare a chi la sa conservare, agiatezza, benessere e spesso ricchezza, ma vi sono momenti in cui impedisce di godere questi beni, e ve ne sono altri in cui solo il dispotismo può darne il passeggero godimento. Gli uomini, che hanno in pregio solo quei beni, non l'hanno mai conservata a lungo. Ciò che in tutti i tempi l'ha fatta fortemente amare da alcuni uomini è stata la sua bellezza in sè, indipendentemente dai benefici che arreca, il piacere di poter parlare, agire e respirare al di fuori di ogni costrizione, sotto l'impero di Dio e della legge. Chi nella libertà cerca qualche altra cosa oltre la libertà è • nato per servire. Alcuni popoli la cercano ostinatamente. attraverso pericoli e miserie ; non amano i beni materiali da essa arrecati ma la considerano come un bene così prezioso e così necessario, che ness'un altro potrebbe compensarli della sua perdita. Altri si stancano di essa nei periodi di prosperità, e se la fanno strappare per non compromettere con uno sforzo quel benessere che le debbono : a questi che cosa manca per essere liberi? la gioia di esserlo! Non mi chiedete in che esso consista : bis0gna provarla : essa penetra nei cuori che Dio ha preparato a riceverla, li invade e li infiamma, Alle anime mediocri, che non l'hanno mai sentita, non si riesce a farla comprendere. A. DE TOCQUEVILLE -- ---- ----- ------------------------ Procurate abbonamenti alla ''Critica,, per il nuovo anno. Fatela penetrare nei circoli di lettura e nelle biblioteche. Biblioteca Gino Bianco ,

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