VECCHI AUTORI Riforme e libertà avanti la Rivoluzione francese ' E nostra intenzione venir pubblicando, sistematicamente, vecchie pagine di vecchi autori: pagine le quali possano essere lette con profitto oggi, pagine che restano o ritornano di attualità. Il torto delle nuove generazioni è di credere di non a1'ere nulla da apprendere dagli antichi I E invece questi ci hanno preceduto nelle esperienze della vita e la maggiore parte delle loro esperienze noi stiamo rifacendo da nuovo. Tra gli scrittori del secolo scorso, più interessanti, più profondi nella indagine, più acuti nella diagnosi, è Alessio Tocqueville. Le sue opere sulla Rivoluzione francese e sulla Democrazia in America sono Jondamentali. Qui, oggi, ripubblichiamo di lui un capitolo relativo alla diversa importanza che alle Riforme e alla Libertà 1'eniva data da filosofi, economisti e legislatori nel periodo precedente alla Rivoluzicne francese. Si credeva allora che il popolo chiedesse riforme e non libertà. E in tal senso si la1'orava. Si vide dopo che le riforme non basla1'ano. È questo del!' opera del Tocqueville uno dei capitoli più istruttivi. È degno di rilievo che fra tutte le idee e i sentimenti che hanno preparato la Rivoluzione, la idea della libertà sia apparsa per ultima e sia scomparsa per . prima. Da tempo si era cominciato a scuotere il vecchio edificio, che già tremava, e non s'era ancora fatta menzione della libertà. Voltaire vi pensava appena ; durante tre anni di dimora in Inghilterra I; ~veva conosciuta e non l'aveva amata. Lo entusiasmò la filosofia scettica che st1f{~ilkava liberamente in Inghilterra, ma le leg~i politiche lo lasciarono indifferente, e ne notò più i difetti che i pregi. Nelle sue lettere sull' lnglplterra, che sono uno dei suoi capolavori, del Parlamento parla meno di ogni altra cosa ; in realtà egli invidia agli Inglesi la loro libertà letteraria, ma non si cura affatto della libertà politica, come se la prima potesse sussistere senza questa. Alla metà del secolo apparvero alcuni scrittori, che si occuparono specialmente di problemi amministrativi, cui si dette il nome di economisti o di fisiocratici per alcuni principi che ebbero comuni. Gli economisti hanno fatto meno scalpore dei filosofi, e hanno contribuito in minor misura ali' evento rivoluzionario ; malgrado ciò io ritengo che nei loro scritti si può meglio studiare il carattere della Rivoluzione. I filosofisono rimasti nel campo delle idee generali e astratte, mentre gli economisti, senza abbandonare le teorie, si sono più avvicinati ai fatti. Gli uni hanno lavorato di immaBiblioteca Gino Bianco
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