La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

66 LA CRITICA POLITICA -- --- - -------·--- - -- --------- masse finalmente si muove, palpita, esulta come se fosse imminente l'avvento d~l Regno di Dio. E la rivoluzione si compie. I b~lscevichi conquistano il potere in quasi una settimana. Riguardando e meditando questo si capisce perciò, benissimo, la ragione per la quale Lenin ha diritto ali' immortalità. L'idealista impenitente considerato come visionario dimostra ad un tratto la verità della propria posizione, ammutolisce gli avversarii e il mondo collocandosi fra i più grandi strateghi di movimenti popolari che la storia ricordi. Egli non tesse congiure, non fa il nichilista. Simili cose se possono sedurre spiriti angusti e mediocri rimangono estranei in chi conosce come tutto è possibile quando si tiene in pugno la sola realtà che crea la storia. Il cuore del popolo. La rivoluzione bolscevica, difatti, è opera di una idea che per mezzo del suo capo seppe trovare le vie per giungere ali' anima del proletariato. VI. - Dopo la presa del potere la figura di Lenin si ingrandisce ancora e si inquadra decisivamente nella storia della Russia. Il rivoluzionario diventa uomo di Stato e come tale seguita ad e..sseresempre quello di prima. Sono note le differenze che passano fra capo partito e capo di governo. Il primo tiene solo conto della realtà che incarna e rappresenta. Il secondo deve tener presenti tutte le realtà, interpretare il significato del loro dissidio e vedere nell'avvenire per dirigere i contrasti a conquiste durature. Lenin, capo dell'intero paese, obbedisce a queste necessità. Egli in qµesta nuova funzione non rileva qualità nuove. Ma sviluppa quel-le possedute in modo che sembra addirittura prodigioso. Il suo reali .. smo che negli anni prerivoluzionari gli fece praticare l'intransigenza ora gli fa accettare il compromesso. Sembra una contraddizione e non lo è. Quando si trattò di concludere la pace con la Germania forti correnti del partito oscillavano indecise. Lenin, decide. Risponde alle obiezioni. << Il partito dei rivoluzionari che avendo preso alla gola la propria borghesia non è capace di fare un compromesso con la borghesia tedesca non è in grado di fare la guerra. La guerra la deve fare il mugih. Non vedete, dunque, che il mugih è contro la guerra ? » E la pace si concluse. I contadini ritornarono ai campi per ripigliare le armi di lì a poco. In quel lasso di tempo però Lenin capovolge la situazione e associa l'anima popolare alla nazione. I contadini andarono di nuovo al fronte sereni sicuri di difendere la terra che la rivoluzione aveva loro data. Come uomo di Stato, dun .. . que, egli si rivela non inferiore al suo passato. Chi, come lui, ha saputo rovesciare stati d'animo puntando solo sul cuore degli uomini per farne strumento della propria idea? La figura dell'uom~ così si completa dinnanzi ai nostri occhi. Pensando allà Nep essa emerge compiuta e definitiva per un giudizio storico. Gorki ha detto or non è molto che se egli fosse vissuto ai tempi di fanatismo religioso sarebbe stato definito un santo. La parola del poeta dei vagabondi non è priva di sostanza ideale. Un santo Lenin fu, se la santità consiste nella fede ardentissima in una idea, nell'essere votati per la vita e per la morte ad uno scopo di giustizia e di redenzione. Ma la storia lo ricorderà oltrechè come uno dei più grandi idealisti del mondo - forse il -più grande, dopo çristo - come l'uomo che ebbe al sommo grado la percezione del reale e, perciò, fu nei momenti di tenebra una luce pel suo popolo che ogni nozione aveva smarBiblioteca Gino Bianco

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