La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

62 LA CRITICA POLITICA -_-_::::-=.-_-_ -_-_-_ ---------------------=----_- - _-_-_---=-·===--=-----=--=--=--=--=----=--=---=- _-_ _- -0ccorrono per realizzarlo e raggiungerlo. Così mentre il socialismo altrui è sol-- tanto ·speranza, rivelazione, utopia, ha ·affinità coi movimenti socialistoidi pre- ~ ,marxisti, il suo è schiettamente marxista. Il leninismo difatti si può benissimo definire l'interpretazione russa del marxismo che pur conservando i caratteri del--_ ·l'ambiente non tradisce lo spirito del testo. Il complesso delle dottrine da esso .affermate non offre grande ·ricchezza. Lenin non è un costruttore di sistemi, un •creatore di nuovi mondi. Le sue virtù non comprendono quella che in seguito ali' osservazione e alla meditazione spinge l'uomo a tradurre il reale in termin i di speculazione intellettuale. Onde sarebbe vana la ricerca che si proponesse come obiettivo lo scoprire nella teorica di cui si parla una originalità di creazione. La vera originalità in questo caso consiste nello spirito col quale una dot- ·trina bella e formata è vista, nel modo come è intesa una visione della vita già conclusa. Lenin vive, sente il marxismo, dogmaticamente. La sua è mentalità di teologo. Le proposizioni che affermano la necessità inallontanabile dell' affermazione autonoma del proletariato, la dolorosa vicenda della violenza affinchè la rivoluzione sia, il categorico imperativo della dittatura dopo la rivoluzione perchè la rivoluzione si consolidi, sono per lui verità per sè stesse, assiomi, realtà che si dimostrano cla sè medesime. Questi concetti sono tutta una cosa col suo io, con la personalità onde discuterli per Lenin significa tentare la massima eresia. È per questo che egli possiede la visione precisa del còmpito che gli spetta. Portare al potere il proletariato senza compromessi col alcuno, e usando tutti i mezzi. Tenere· il potere senza false pietà e vani sentimentalismi. Ora è proprio questa visione che dà una unità al suo pensiero e alla sua azione attraverso le vicende, nel fluttuare mobile e contradittorio dei fatti. La sua semplicità schematica ed elementare ha il potere di ridurre tutto ai minimi termini, semplificare le più ingarbugliate quistioni. Nel groviglioso succedersi degli avvenimenti la va-· lutazione e l'atteggiamento riescono perciò facili e consequenzienti appunto perchè fatti in base ad una idea madre, ad un punto di vista chiaro e formato. Per tale ordine di motivi Lenin polemista e oratore ha un profilo particolare e unico. -,I fronzoli, le battute di aspetto, le decorazioni, ecc., esulano dal suo stile. Tutto è logica·in lui. Ed essa è potente perchè è semplice e monotona in quanto non fa che riaffermare le poche idee di cui si è parlato. La discussione è sempre. una interpretazione che le presuppone per riproporle .alla luce della nuova esperienza. Nella prosa e nella orazione trovate perciò un vigore dialettico singolare ed una uniformità esasperante. Non vi è colore di preparazione, forza speculativa. Ma sempre rostinazione su determinati chiodi, il battere testardo e im- . placabile sopra pensieri fissi. Lenin non si preoccupa affatto di fare bei discorsi o scrivere pagine smaglianti. Non ha velleità di sorta. Il suo spirito è la negazione della vanità e della retorica. L'obiettivo che si propone sempre è quello di fa~e entrare nei cervelli altrui le proprie idee, volgarizzarle, smantellare le posizioni avversarie per fare uscire ancora più evidenti le verità sostenute. Questi còmpiti, però, egli non li assolve con la pedanteria del predicatore. Quanto da lui è detto o scritto è così intensamente vissuto da acquistare una potenza espressiva singolare. I ragionamenti avvincono anche chi è estraneo . alla spiritualità Bibliotéca Gino Bianco

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