La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

VITA ITAL!ANA: IL COMUNE NEL MEZZOGIORNO 59 -------- ---··::_- -=---=-- ..=.-==......:====-====---=---==========-= specifici. Qualunque sistema di autocontrollo della vita comunale, comunque male esercitato per imperizia o per corruttela, recherà ai Comuni danni infinitamente minori di ogni intervenzionismo dall'alto. Nè d'altra parte mancano qui forze sane desiderose di provarsi, in libero gioco, nell'arduo compito ; al contrario esse non aspettano che le contingenze propizie per scappar fuori ' nell'azione : piccoli capitalisti, commercianti, esportatori, mezzadri, ecc. Sembra ad alcuni s_tudiosiche ogni aspirazione autonomistica sia destinata a fallire contro il sindacalismo moaerno, accentratore per natura. lo mi permetto di dubitarne. L'esperienza del passato ci dà appena un ten- . tativo, troppo spesso deviato, di libera vita sindacale, e non può segnare limiti alla nostra azione avvenire. ~ Più ampia discussione meriterebbe l'affermazione di alcuni, e recentemente anche del Dorso, che autonomismo non sia di necessità regionalismo e federalismo, e che anzi « non sarebbe prudente avvolgersi in pregiudiziali che non costituiscono il fondamento dell'autonomismo ». D'accordo che lo Stato moderno è il prodotto dalla nostra immaturità, non la causa; ma a sua volta esso promuove quest'ultima, fuori di ogni possibile discussione. Nessuno poi può pensare un autonomismo comunale nello Stato accentratore, e l'azione dei partiti di massa deve pur scegliere fra un .unico raggruppamento centralistico di interessi specificatamente periferici e liberi, e aggruppamenti vari, decentrati, di autonoma vita sindacale e provinciale. Senza di questi non si capisce su che cosa, per reggersi nella lotta, innesterebbero ~la loro forza collegata ai Comuni, e d'altra parte I' azione delle masse sarebbe troppo esposta alle oscillazioni, alle deviazioni, ai colpi di mano, cui più facilmente vanno soggette le sparute direzioni degli organismi centrali. Le esperienze recenti credo possano insegnare qualcosa. TOMMASO FIORE ., I PODESTÀ NEI COMUNI ------------- Per il 21 aprile si annuncia l' insediamento dei Podestà nei Comuni compresi dalla legge che ha introdotto questa novità nelle nostre Amministrazioni loca li: in tutti i Comuni, cioè, di popolazione non superioreai 5 mila abitanti. Su 9 .148 Comuni del regno i Podestà saranno cost esattamente 7.337. Proporzionalmente al numero dei Comuni il maggior numero di Podestà si avrà nella provincia di Trento: 567 su 57 8 Comuni. Un numero rispettabilissimo di Podestà avrà pure la Lombardia : I .732 su l .887 Comuni. Il numero minore di Podestà si a1'rà, invece, in Sicilia dove, come si sa e come in genere in tutta l'Italia meridionale, abbondano i Comuni a /orte popolazione : 166 Podestà su 36 9 Comuni. L'istituzione del Podestà riguarda i Comuni piccoli. Per i grossissimi Comuni si userà, /orse, un altro sistema. Per ora a Roma è stato istituito il GolJernatorato. A Napoli s'è crealo un Commissariato civile. Sembra, ad ogni modo, certo· che anche le Amministrazioni dei grandi Comuni saranno messe sotto il diretto controllo del Governo. Biblioteca Ginu . 1anco

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