8 LA CRITICA POLITICA --===:-========================================= ----------- --- --- ------- industriale. In Italia si calcola che i soli addetti direttamente ali'agricoltura costituiscano il 52 per cento della popolazione; tenuto conto dei rapporti e delle affinità sociali la percentuale della popolazione rurale sale molto più su ( 1). La vita politica, il giorno stesso in cui questa parte della popolazione vi partecipasse in pieno, attivamente e positivamente, ne risentirebbe grandemente. Muterebbero, cogli elementi costitutivi della classe dirigente, i sentimenti e gl'interessi prevalenti nello Stato. Le stesse istituzioni politiche ne sortirebbero trasformate. Su ciò nessun dubbio. Piuttosto è da vedere in che modo. L'argomento è importante e merita di essere trattato. Lo farò prossimamente. Escludo intanto subito che possa avvenire in una estensione dei poteri e delle ingerenze dello Stato e in un annullamento di libertà. OLIVIERO ZUCCARINI (1) F. COLEITI: La popolazione rurale in Italia, pag. 70. ERESIE CHE RITORNANO Abbiamo subìto per troppo tempo, e passivamente, gl' inf[.ussi dello spirito nordico, il quale non ha saputo essere mai altro che feudale o liberale, collettivista o individualista. E anche dove esso ha saputo fondere con genialità i due elementi, come si vede nell'Inghilterra moderna, è sempre da quelli che parte, a quelli che ritorna. Noi abbiamo in1'ece il concetto latino di popolo, da riesumare e da ra'V1'ivare: poichè i (empi sono maturi a questo. Anzitutto, popolo non è moltitudine come tale; non è massa. È bensì, una ' personalità colletti'Va, una moralità, una coscienza, un carattere collettivi. E anche, se vogliamo, un'idea che prirria di definirsi chiara a lè stessa si è fatta ' stato e milizia. E anche una gerarchia, ma una gerarchia di diritto umano e storico, non una feudalità investita dall'alto e reggente per diritto divino. Non è detto che questo popolo includa tutti gli individui materialmente coesistenti per un dato territorio. Può anche includerne solo una piccola minoranza: ma questa è composta di cittadini che sono tutti egualmente cittadini, e che tutti partecipano attivamente alla vita dello Stato per un diritto proprio nascente dalla loro forza, dalla loro fede, dalle loro tradizioni individuali e famigliari. . . . esso concetto è... antiassolutista e antidispotico e, almeno in linea di principio, antididaltorio, poichè il cittadino non può e non delJe ammettere nè tollerare che la sua dignità gli venga con/erita o misurata dall'alto. Egli è suo jure un elemento vitale e indispensabile dello Stato ... » C. PELLIZZI (in Vita Nuo\Ja, rivista fascista di Bologna). Biblioteca Gino Bianco
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