La Critica politica - anno VI - n. 1 - gennaio 1926

L'INGRESSO DEI RURALI 7 - - - -------- - - - -- - ------- - - --------------·- ----- - ~------------·-· ---- 1924. Tra i partiti tedeschi c'è pure un partito dei contadini bavaresi che ha i suoi deputati. In Italia sui rurali hanno puntato diversi partiti. « La terra ai contadini » fu lo specchietto per il loro richiamo. Lo adoperarono i socialisti, lo adoperarono i popolari, i .democratici, i costituzionali, un po' tutti. Per lo sfruttamento politico della guerra e dei contadini reduci si · tentò perfino la costituzione di partiti nuovi, come quello di "l{innovamento. I contadini suggestionati tentarono qua e là l'occupazione delle terre. Poi intervenne il Governo. Si costituì l'Opera dei combattenti. E i contadini ebbero l'amarezza e il rancore per le illusioni svanite. I rurali non hanno tratto, insomma, particolari vantaggi, dalla nostra politica del dopo guerra. Nessun partito seppe fare una seria politica in loro favore. Oggi in Italia c'è il fascismo. Mario Missiroli ultimamente (1) sc~iveva: « il fascismo· è sopratutto una rivoluzione di contadini». Non è così. E però vero che il fascismo ha trovato in un certo momento - in alcune zone agrarie dell'alta e media Italia - una situazione particolarmente favorevole al suo successo. Fu appunto dove il socialismo più si sbizzarrì in scioperi, in boicottaggi, in requisizioni forzate, in imposizioni di prezzi sul mercato dei prodotti agricoli e colle amministrazioni locali forzò troppo duramente e senza troppi riguardi la mano sui redditi agrari, suscìtando insieme il risentimento dei grossi e dei piccoli proprietari e degli stessi mezzadri. Il fatto può servire e stabilire che negli avvenimenti recenti l'elemento rurale - nelle sue varie classi - non rimase estraneo o inattivo; non è suffiiente a stabilire che esso vi abbia avuto una patte preminente o direttiva, tale da informare di sè il movimento fascista. A dimostrare il contrario, sta, in ogni caso, la politica economica, finanziaria e sindacale del fascismo. Ci sono, sì, pure le affermazioni del capo del Governo in favore dell'agricoltura e degli agricoltori, ci sono alcuni provvedimenti recenti come il ripristino del « dazio sul grano» che gli agricoltori non pensavano affatto di richiedere e alcune iniziative come « la battaglia del grano » • Ma tutto ciò esce dal governo, non dagli agricoltori ; non è il risultato di una pressione diretta dei rurali a conseguire determinati scopi, è il risultato di una preoccupazione del partito dominante. Una rivoluzione di contadini in Europa non c'è stata ancora. Potr~ esserci. In ogni caso l'ingresso dei rurali nella vita politica delle nazioni non è destinato a rimanere senza grandi conseguenze nell'avvenire. Basta tener conto del loro ~umero. In quasi tutti gli Stati la popolazione rurale è preponderante, in modo assoluto. In Europa non ci sono che l'Inghilterra e la Germania che possano considerarsi come nazioni a prevalenza ( 1) 3'Conarchla e / ascismo nel giornale Epoca del 9 ottobre 1925. Biblioteca Gino Bianco

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