La Critica politica - anno VI - n. 1 - gennaio 1926

LA PATRIA: MONOGRAFIE REGIONALI - LA CAMPANIA 41relativamente a quella di parecchie altre regioni, poi è compensata dall' immigrazione. Quelli che partono, partono per ritornare. Quasi sempre si mantengono a contatto, spiritualmente, col paese d'origine e non lo dimenticano mai. Al contrario il popolo ama poco la casa e ama molto la strada ; « vive più nella strada che nella casa, e la trasforma in bottega e se ne serve di tutto come della casa sua, specialmente quando questa, come vedesi ancora a Napoli in più di un rione, è stretta e buia. Il clima consente questa libertà, e le autorità cittadine la consentono pure o la tollerano, chiudendo tutti e due gli occhi. L'attrazione di Napoli. - Napoli esercita su tutta la Campania - e su tutto il mezzogiorno - un'attrattiva speciale. Può così ben dirsi che Napoli è la Campania. Questa attrazione è quella stessa che la Campania marittima esercitò nell'antichità sulla Campania montana e sulle regioni finitime. Estste così un movimento di emigrazione notevole dalle terre alte e interne della Campania, oltre che dalle altre regioni del mezzogiorno, verso Napoli e la bassa Campania. Questa emigrazione è temporanea per alcune categorie, permanente per altre. Ciò fa sì che tutta la vita della regione sia -intimamente legata a Napoli, e che i problemi di Napoli siano i problemi stessi della regione. La regione economica. La regione è prevalentemente agricola : più della metà della sua popolazione vive coll'agricoltura e colle piccole industrie che non si distaccano dall'agricoltura. La popolazione è quasi tutta agglomerata nei centri : non può parlarsi di popolazione sparsa dove è una metropoli con le città vicine ad essa strettameote collegate e nella quale sono oltre 623 Comuni, èon popolazione superiore a 1000 abitantì. Gli agricoltori vivono - per quanto il fenomeno non sia generale - raccolti nei Comuni o nelle frazioni di essi, non hanno dimora nelle proprie terre. Poche terre improduttive: il 4 per cento nella regione, mentre il regno ne ha più dell'8 per cento. Si aggiunga che il suolo è di una fertilità proverbiale, specialmente nella Campania esterna. Per la Campania l'agricoltura è un bene continuo e una ricchezza sicura ; e insieme ad essa il commercio. Basti pensare a ciò che è il porto di Napoli il quale nel solo 1923 ebbe un movimento rappresentato da 5547 navi {tonn. 11.510.380) in partenza e 5629 navi in arrivo {tonn. 11.301.681 ). E non è solo il porto di Napoli. La regione è quella che ha il massimo dei porti sul Tirreno: 56 porti in tutti, di cui 1 di prima classe, 4 di seconda, 3 di terza, 48 di quarta. L'industria invece, « quelle grandi industrie che qui si fecero sorgere con impegno e sforzi considerevoli, hanno dato, e danno in parte anche adesso, una ricchezza incerta, malsicura e han· turbato l'equilibrio delle forze produttive ». « Ogni regione, del resto osserva l'Epifanio, non diversamente degli individui e delle nazioni medesime, ha una determinata capacità a produrre senza sforzo: oltre tale capacità ciò che sorge e vive è caduco » • Ad ogni modo la Campania non conosce la grande disoccupazione. Nel periodo tra il 31 ottobre '22 e il 31 ottobre '23 essa non ha avuto che da 15 a 17 mila disoccupati in cifre Biblioteca Gino Bianco

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