La Critica politica - anno VI - n. 1 - gennaio 1926

, 38 LA CRITICA POLITICA Campania che in tempi più vicini a noi fu tradotto· in quello di Campagna romana e si radicò profondamente nell'uso. Sorse nel 661 il Ducato di Napoli e per il prevalere di questa espressione politica sopra il nome storico del territorio si potè credere che questo fosse estinto del tutto. Ma, come tutto ciò che fu essenzialmente romano nel Medio Evo barbarico, non finì del tutto e fu talvolta usato senza confini precisi da qualche scrittore di cronache medioevali. Col rifiorire dello spirito di Roma il nome antico fu rimesso in onore, e infine colla costituzione del regno d'Italia esso ebbe grande fortuna estendendosi oltre i limiti storici. La Campania oggi si considera costituita dai territori amministrati dalle seguenti provincie~ Caserta, Napoli, Salerno, Avellino e Benevento. Il confine ' della regione in queste provincie compresa risulta irregolarissimo ; « non solo - nota il prof. Epifanio - perchè non ha, alcuna rispondenza nella tradizione sto- • rica {la quale, come per le nazioni, così, in misura più ristretta, crea negli abitanti un particolare criterio unitario) ma anche perchè non è regolato da alcun criterio di catattere fisico. Le creste delle montagne, i corsi dei fiumi sono seguiti soltanto ·a brevi tratti : fiumi del versante adriatico nascono e corrono sul principio nella Campania, che è regione eminentemente tirrenica, e, per contrario, fiumi eminentemente campani e del versante del Tirreno, come per esempio il Volturno, hannno l'alto corso fuori della regione. » La Campania che abbiamo di fronte è così, per alcuna parte, una Campania assolutamente arbitraria, d~vuta sopratutto ali' arbitrarietà con cui furono create agi' inizi del regno le varie provincie. Questo non è solo per la Campania, ma per molte altre regioni. Tanto per citare qualche esempio molto evidente « Orsara di Puglia, capoluogo di mandamento della provincia di Avellino, si stende col suo territorio lungo il Cervaro, tra Troia e Bovino, che sono realmente in Puglia. Monteleone di Puglia, nella stessa provincia di Avellino, è lontano qualche chilometro dal confine colla Puglia ; ma Ariano, per citare la più importante delle molte anomalie del genere, per la tradizione è in Puglia {si chiama infatti Ariano di Puglia) mentre effettivamente giace a non meno di sedici chilometri in linea retta dal confine, ed è, nella provincia di Avellino, importante capoluogo di circondario.» Così la provincia di Benevento poche affinità ha con il resto della Campania mentre ne ha moltissime colla confinante provincia di Campobasso in Abruzzo, insieme alla quale si Yorrebbe, secondo un'idea propugnata da uomini di alto intelletto e che s'è fatta molta strada, formare una nuova regione: il Sannio. Così pure esistono e resistono nell'attuale Campania divisioni regionali minori, per lo più di origine antica e medioevale, le quali, per quanto la nomenclatura ufficiale del regno le abbia ignorate e per quanto quasi nessun conto se ne sia tenuto nelle suddivisioni amministrative, vivono sempre n~llo spirito delle popolazioni e nell'uso stesso dei nomi tradizionali. Così l'Irpinia, nella provincia di Avellino ; il Matese, che comprende un vasto territorio prevalentemente montuoso tra il Volturno, il Calore, il T ammaro, e il Biferno; la Terra di Lavoro che è la pianura solcata dal Volturno nel suo corso inferiore; il Cilento tra i golfi di Policastro e di Salerno ecc. Lo studioso non poteva non rilevare questa situazione e certe anomalie della attuale suddivisione amministrativa. Chiunque vuole studiare una regione e illustrarla deve Biblioteca Gino Bianco

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