... INTRODUZIONE PER UNA STORIA DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA 33 la conserva con la forza dovuta al temporale e allo spirituale, con gli intrighi diplomatici e via dicendo. Il giurisdizionalismo se ·esprime l'esigenza di una maggiore libertà di movimento non pone Stato e Chiesa di fronte come irreconciliabili nemici. Si tratta di avversità dovute a concorrenza sul terreno del dominio materiale per fini di conservazione. Lotta, dunque, di espressioni della identica realtà e non di mondi antitetici. Il popolo difatti rimane assente, non partecipa a questo duello che gli è intimamente estraneo. Volgono così gli anni senza che movimenti di sorta vengano a dimostrare capacità di elaborazioni originali, di slanci creatori. Se il settecento ci offre dei nomi - Vico, Parini, Alfieri, Baretti, ecc. - quasi a testimonianza di un rinnovamento possiamo ri~ spondere che si tratta di solitari. La mordace ironia del Parini, le costruzioni ideali vichiane, ecc. sono frutto di individuale genialità e restano senza ripercussioni di sorta. Il tono della vita dell'epoca bisogna cercarlo in Jacopo Vittorelli, che canta « Guarda che bianca luna, guarda che notte azzurra I ». Per potere parlare di liberalismo bisogna attendere l'ottocento e le campagne napoleoniche. La rivoluzione francese diffondendo· le idee di libertà. progresso, ecc. fa presa sull'animo della nuova generazione che comincia a schiudersi e a credere in una nuova fede. Quando si diffonde la nuova che Napoleone vuole unificare 1'Italia esso, perciò, esulta e tributa plausi ali' imperatore. Ma nella speranza in queste ipotesi sentimentali la secolare deficienza della vita italiana (a contatto per la prima volta col mondo moderno) dimostra di essere presente più che mai. Oltre a non comprendersi la impossibilità di una Italia unica a fianco de)la Francia, la immancabile transitorietà delle formazioni napoleoniche, non si comprende nemmeno che ogni affermazione è sopratutto affermazione di autonomia, che bisogna far da sè e non contare su altri. Nel corso dei secoli la solitudine e lo squallore piegano e abbattono dimodochè tutto nasce sugli impulsi della giovinezza, dal lirismo di anime che vedono improvvisamente schiudersi orizzonti insperati. Codesto liberalismo è, difatti, pei patrioti una utopia generosa, un sogno magnifico che sta alto nei cieli al di là della vita. Non è come pel politico, fondato. sulla realtà. Sta sollevato in aria al pari delle stelle e delle nubi .. Ciò spiega chiaramente il perchè non si pensò mai ad operare direttamente e il perchè si confidò sempre nel Messia e nella iniziativa altrui trascurando di conseguenza tutti quei problemi che un moto rivoluzionario sul serio avrebbe dovuto affrontare per porre se stesso. Lo si deve dunque considerare come illusione giovanile destata dalle prime interferenze con fatti centrali della vita contemporanea e non come effetto di un processo storico conducente a situazioni di ma~ turità. Volendo sottilizzare si potrebbe obbiettare che un siffatto liberalismo è tale soltanto di nome, che esso fa ridere se posto a raffronto con le situazioni liberali degli altri paesi. Ma non si può trascurare che con esso vengono a galla le idee della libertà, indipendenza, unità. Punto fermo: Dal Rinascimento alla Controriforma a codesto liberalismo è una soluzione di continuità che viene rotta dal contatto violento con manifestazioni della vita moderna. T aie fatto dà vita ad aspirazioni nuove la cui incapacità a realizzarsi al di fuori del sentimento o 3 Bi·blioteca Gi·no Bianco
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