La Critica politica - anno VI - n. 1 - gennaio 1926

• INTRODUZIONE PER UNA STORIA DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA 29 È molto utile fer~are il discorso su questi motivi poichè questi contengono la chiave di tutto un processo secolare. La Riforma è la rivoluzione con la quale si inizia il mondo moderno in quanto essa affermando l'autonomia dello spirito capovolge il mondo medioevale, si inserisce in un movimento di popolo avente come base il fattore economico, getta le basi per più integrali affermazioni. Alle rivoluzioni religiose seguono difatti le rivoluzioni politiche e una febbre di conquista e di azione sino allora sconosciuta. Una libertà - è chiaro - richiama l'altra poichè esse altro non sono che aspetti di un medesimo essere. È impossibile pensare seriamente che un popolo possa vivere in regime di tirannia dopo essersi battuto per la propria fede. La .libertà è una sola : quella dello spirito. Essa si esplica attaverso le contingenze in mille modi manifestando sempre la identica esigenza. Così dal libero esame si passa alla sovranità. popolare, al liberismo economico che rappresentano ferree ed inallontanabili necessità di vita. Nasce in q~esto modo lo Stato moderno negatore di ogni paternalismo e _di qualunque chiesa esprimendo esso nel suo stesso essere una religiosità, un modo di vivere inverso. Nel suo recente libro Elementi di politica (Laterza-Bari) Benedetto Cròce rifà idealmente tale processo e lo fissa lucidamente. Qopo aver premesso la ineluttabilità dello sbocco della politica nella morale egli scrive : « In questa nuova elevazione della politica ali' etica anche la parola « Stato » acquista nuovo significato, non più semplice relazione unitaria, sintesi di forza e consenso di autorità .. e libertà, ma incarnazione dell' ETHOS umano ·e perciò Stato etico e Stato di coltura, come anche si chiama. E con la parola « Stato» prendono nuovo significato quelle di « autorità » e di « sovranità » che sono oramai l'autorità e la sovranità del dovere e dell'ideale morale, e di << libertà » che in quant? libertà morale non può non essere tutt'una cosa con quel dovere e con quell'ideale ; e di « consenso » che è ormai approvazione etica e devozione bensì alla forza ma · • alla forza che è forza di bene ; e proprio di « uguaglianza » che non è più l'uguaglianza matematica ma la cristiana uguaglianzà in Dio di cui tutti ~mili e superbi siamo figli, coscienza della comune umanità e via dicendo. Lo Stato etico per questo suo carattere non tollera nè sopra nè accanto a sè altre forme di associazione chè tutte devono essergli sottoposte, ovvero son da esso negate, annullate. Quando la Chiesa fronteggiava con lo Stato ·e primeggiava la Chiesa era il vero Stato etico e quando lo Stato terreno rimpegnò la lotta con la Chiesa non si fu arrestato che non l'ebbe in sè risoluta considerando sè stesso come la vera e unica chiesa, rappresentante le esigenze di una più· perfetta moralità ». Tutte le lotte ·politiche e sociali dell'età moderna sono qui sintetizzate con una stupefacente luçidezza e il ragionamento si adegua perfettamnte alla logica del divenire. Tutto sta, quindi, nel vedere accanto a questo processo quale è stato quello per cui è passata l'Italia. In che modo essa ha creato il suo Stato. Se esso è effettivamente Stato moderno o non piuttosto una parvenza esteri.ore senza int~mo sustrato. Biblioteca Gino Bianco

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