12 LA CRITICA POLITICA ----- --- -- -------------_--_- ____ --------- mercati, come sarebbe ai porti, alle taverne, ai ponti. In alcuno di quei Comuni votavano anche le donne censite. Il re Servio Tullio avea con rito antic0 diviso la città in quattro parti o ~ reggimenti, detti regioni o rioni, dal re o da reggere. Le città d'Italia nel medio · evo, continuando quella tradizionale divisione, separarono i cittadini interni cd esterni per quattro porte o quadre {da quattro) o quartieri. Augusto elevò a 14 quelle regioni entro Roma, e fece loro corrispondere altrettante fuori in Italia. In sanscrito vie vale abitazione, in greco vicos è casamento, in latino vicus è gruppo di case isotato, agli Slavi wiec diventò assemblea popolare, wig baia ai Norvegi, wiege culla ai Tedeschi. Servio suddivise la città in sette vici, Augusto li aumentò sino a 87 {Reumont). Vicini erano gli abitanti dei vici, e comprendevano anche l'umile ·plebe, lo perchè tuttavia i Rumeni e Valacchi chiamano vecini i villani od agricoltori. Le città nostre ora, per quanto grandi, hanno un solo Consiglio amministrativo, che non può capire più di ottanta membri, ed un solo corpo esecutivo o Giunta. Tutto è fuso, è adunato insieme, l'antica membratura è scomparsa. Il Comune romano invece era suddiviso prima in regioni, indi in vici. Così nel medio evo le città nostre militarmente ed amministrativamente andavano suddivise prima in porte, o quartieri, o sestieri, o rioni ed in vicinie, Bergamo nel 1331 ne contava 22. Ognuna di quelle regioni augustane avea Giunta speciale tratta a sorte per turno fra gli imbossolati che paiono gli Anziani, e durante solo un anno, ed ogni vico o vicinia era amministrata da ufficiali eletti dalla plebe. I latini chiamavano magistri questi uffìziali, e dal nome loro vennero i magistrati, i maires francesi, i maister lombardi o tedeschi. Nelle vicinie quindi dovea essere voto universale, come nei Convocati per l'editto di Milano, 30 dicembre I 755 e Notificazione 12 aprile 1816. Lo Statuto di Verto\ra, del 1235, dice che in quel paesello tutti sono consiglieri uno per fuoco dai 15 ai 70 anni. E la Riviera di Salò nel 1425 stabilisce che debba tenere Consiglio speciale ogni terra avente più di dieci fuochi, e famiglie, e nel 1339 Bovegno per incorporarsi il vicino Magno, rimasto con tre soli fuochi, ebbe bisogno del consenso del Consiglio generai~ di Brescia, dove qualche voto fu pure contrario. Come da noi i Consigli comunali amrninistrano gli affari speciali, i provinciali quelli più generali, così accadeva nelle vicinie e nelle regioni antiche, che poi s'accentravano nel Consiglio generale (Università), che nel medio evo quando era di mille, quando cinquecento o meno, e nella Credenza o Senato d' Anziani. Le Università alla ,Campagna erano assemblee di parecchie Vicinie, e rispondevano alle pieve romane, che poi composero le pieve cristiane. Come dimostrasi dalla lapide trovata presso la pieve di Tremosine sul Benaco, lapide ora nel Museo di Verona nella quale si legge: Sex. Nigidius Fab. Primus. Ae Dii. Brix. Decur Honore. Grat. D. D. Ex. Postulazione. Pleb A ram. Bergimo. Restit Biblioteca Gino Bianco
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