La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

IL " KU KLUX KL;AN " 343 Ma vi ha un altro nemico che proviene dall'Europa, in s-ran parte : un nemico dei puritani, dei cattolici, dell'America stessa: l'Ebreo. Le sue mani sono tenaglie che stridono senza pietà. Se l'America fosse degli ebrei, alla stellata bandiera non resterebbe che inabissarsi. Per un qualunque uomo che sia nato e vissuto in America vi ha sempre un sentimento di devozione per il grande paese; per l'ebreo esso non vale che un turpe mercato, non è che una nazione da vendere. - Occorre salvare la società e la repubblica da codesti esseri antisociali, da codesti egoisti che costituiscono quella massa neutra grigia, infiltrantesi anonima in ogni corrente spirituale e materiale, nella quale un puritano non troverebbe la lotta leale di un cattolico, ma quella misteriosa e tenebrosa di avidi sfruttatori : (1) Essi sono una esigua minoranza (da due a quattro milioni), e reggono tuttavia una parte preponderante dell'economia americana, facendo una concorrenza subdola che ripugna alla mentalità e alle abitutini del commerciante anglosassone. Nondimeno questi « figli del denaro> costituiscono un elemento attualmente non molto preoccupante nella vita americana. Non cosl può dirsi degli uomini di colore, di quei neri e di quei gialli che sono motivo di continua esasperazione all'animo dell'americano di stirpe. Nulla è più repugnante agli americani che il negro. " The racial proble1n ,, è stata la questione più spinosa della storia americana, che per essa ha delle pagine molto oscure. In nessun paese nell'epoca nostra l'uomo bianco è stato idolatrato come negli Stati Uniti. Anche gli spiriti più liberali, che si sono apertamente e strenuamente· apposti al diffuso antinegrismo dei connazionali, non sentono vive simpatie verso gli uomini neri e in cuor loro ne desidererebbero la fine o l'espulsione. La questione è religiosa e politica, oltre che economica. Su l'aspetto economico non tutti sono concordi: per alcuni la presenza del negro è vantaggiosa. Religiosamente il negro comune non dà affidamento : cattolicismo e protestantesimo egli abbraccia quasi indifferentemente; sembra tuttavia che maggiori proseliti raccolga il cattolicismo. Ma se anche tutti i negri si facessero protestanti per il vero americano essi restano sempre esseri repugnanti. I " inter-racial contacts,, sono argomento di discussione perpetua nella vita americana: i padri tramandano ai figli l'odio contro "the colored races ,, I negri sono - per gli americani - una razza inferiore, incapace di progresso: nelle loro mani l'America diventerebbe il duplicato dell'Africa. Lo spirito americano non ha pervaso sostanzialmente i negri, che rimangono sempre una materia plasmabile, sia pure apparentemente, sotto le mani di un qualunque dominatore. È convinzione diffusa nei vecchi americani che negro rappresenti un peso morto, inutilizzabile nel caso di difesa della nazione. Se il negro in America non è americano, come lo desiderano i nazionalisti, non è pertanto negrista o africanista. Una guerra tra l'Africa o i negri di altre regioni e l'America è più improbabile di quella tra questa nazione e il Siam, ad esempio. Un pericolo piuttosto serio presenta invece la diffusione dell'altra " colored race ,, : la gialla, gli orientali. Cinesi e giap- (1) Sugli ebrei vi è una vasta letteratura in America, come anche in Europa, non priva di rilievi interessanti e condotta, in parte, con metodi scientifici. L'ebreo americano si presenta con caratteristiche diverse da quello europeo pur conservando quelle fondamentali di razza. È molto pii\ agguerrito dei nostri. Biblioteca Gino Bianco

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