La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

Noi, il '' Mondo ,, e la Democrazia (Battute polemiche) Parliamone ora, a qualche distanza di tempo, senza ombra di ira o di risentimento. C'è capitato ch'e una nota dell' ultimo fascicolo non s.ia riuscita gradita ai colleghi del Mondo. Non è la prima volta che ci capita. I colleghi del Mondo sono particolarmente sensibili alle cose di casa loro e guai a guardarli senza fare il sorriso e senza profondersi in complimenti. Noi, invece, abbiamo la cattiva abitudine di guardare tutte le cose che ci stanno d'attorno e di dire come le vediamo, ad amici e ad avversari, agli amici quanto agli avversari. Il Mondo ritiene che ciò sia male e che quando degli amici non si può dire bene si abbia per Io meno il dovere di tacere. Noi pensiamo che agli amici anzitutto la verità debba esser detta. Il Mondo ritiene che così si renda un servizio ai nemici. Noi pensiamo, invece, che sia il solo modo di servire utilmente le amicizie. Come si vede non andiamo d'accordo. La ragione del dissenso potrebbe sembrare a prima vista un nonnulla. E invece, purtroppo, no. È che rappresentiamo due mentalità diverse, due modi divergenti di intendere la politica e le sue esigenze. AI fondo c'è la democrazia. C'è anzi l'eterno dissidio tra vecchio e nuovo, tra il passato e l'avvenire. Democrazia è rinnovamento, è continuo fermento d' idee e di opere. E perciò è avvenire, appunto perchè non è stasi. Perchè non si adagia su ciò che c'è, non soffre di nostalgie, non teme le novità, non i dissensi, non le nuove vie e le nuove esperienze. Ora la intolleranza alla critica non è democrazia. La pretesa di non ess_ere ~iscussi e di essere capiti nel solo modo in cui con viene essere capiti, o fraintesi, non è democrazia. È, al contrario, la continuazione di vecchi sistemi tuttavia in uso, e manifestazione di una vecchia vecchissima mentalità. Ed appartiene ai sistémi con cui il vecchio mondo politico riuscì sempre a stroncare la forze giovani e rinnovatrici che in esso fermentavano, quello di registrare - e il Mondo Io fa abitualmente - come un dotulltento d' infamia ogni libera voce di opposizione che trovi eco tra gli avversari. Se non fosse per altro che per questo - per le manifestazioni che ne dà nel suo organo autorizzato - abbiamo dunque ogni ragione di ritenere che nella < Unione Nazionale » non sia la democrazia di domani, e di pensare che con certi sistemi e con tale mentalità l'opposizione si ridurrà ad una morta gora in cui le energie ancora vitali si fiaccheranno e si dissolveranno. E noi vogliamo evitare la stasi e la dissoluzione t Sentiamo di dovere essere del fascismo non gli affossatori - funzione Biblioteca Gino Bianco

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