La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

I DUE PROBLEMI DEL MEZZOGIORNOD' ITALIA 335 la moglie non l' hanno mai neanche scritto, perchè il caro lontano ha sempre mandato la busta per la risposta, con l'indirizzo bell'e pronto e col ritratto del banchiere (su, in un angolo) e della Banca presso cui ha depositato il poco gruzzolo. Nè meno vaghe e generiche sono, nel popolo, le conoscenze geografiche più .... nostrane. Ricordo di aver chiesto a un operaio, durante la guerra, dove si trovasse il figliuolo. Parve cercare nella memoria una parola, poi mi disse, storpiandolo, un nome ; e soggiunse, come . per scusarsi : < Mo' jèssene tutte 'sii paisi I > (Adesso escono tutti da questi paesi). Ci voleva la guerra, perchè sull'ampia distesa affiorasse, per quel lavoratore e per tanti altri, un nuovo paese, una città nuova. LA GUERRA La guerra 1 Essa mi ricorda, accanto all'operaio iniziato ai misteri della geografia, quell'ortolana che, dopo avermi chiesto quali notizie portava il giornale ed aver saputo che avevamo ceduto, quel giorno, e che molti soldati nostri erano rimasti sul campo, si asciugò una lacrima ed esclamò: < Ah, che 1nacello, che macello ! Signoria non puoi credere che dolore è per me, notte e giorno 1 Vurrla perde diece lire de sacca mia, basta ca fernesse stu f raggelle I > (Vorrei perdere dieci lire di tasca mia, . . purchè finisse questo flagello) I ' Dieci lire, ohè 1 Eppure l' insalatina e i pomodori e i bei sedani fragranti era lei sola che li avesse in paese, e di palanconi, la sera, in piazza, ne pigliava a saccocciate, l'ortolana taccagna per incapacità di valutazione I Dieci lire, son proprio pochine per un voto così grande I Ma se tu avessi ragionato non già come ti avevano insegnato i padri e come si usa fra noi, ma come ragionano quelli che per te, povera ortolana, sono < i forestieri>, le persone civili, insomma, dell'altra Italia, ti saresti tenute anche quelle poche lire, ed avresti capito che di denari, per la guerra, non se ne spendono, ma che è 1neglio farne, e farne, e farne degli altri, finchè la dura. Chè, per piangere, domani, c'è sempre tempo l Ma tu piangevi, allora e il tuo pianto era l'offerta più degna che potessi fare ; e poi hai chiuso nel tuo cuore il muto dolore per i « figli di mamma > morti lassù, e non ne hai più parlato ; e hai continuato a pagarne, di lirette, per le tasse che ti son poi fioccate quotidianamente ; e non hai protestato, non hai inviato commissioni a Rorna, non hai mentito al fisco, come han fatto altrove, perchè non avevi da tutelare denaro malamente arraffato, con l'avello di quel vergine sangue che piangesti allora. E come te, tutti quelli che ti vivono accanto, perchè voi, poverini, non conoscete la civiltà ; ma sopra di essa potete vantare - unico e • Bib-ioteca Gino Bianco

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