OBERDAN 331 a me, e troppo ignobili le colpe perchè non senta insieme il dovere di superare ogni repugnanza e risolvere definitivamente, con la documentazione della verità, i dubbi che per molti anni adombrarono degli innocenti e angustiarono ottimi nostri patriotti >. Chi vuol conoscere i nomi e le turpi mene dei due individui legga il volume di Francesco Salata. Essi scontano l'impunità che ebbero in vita con l' infamia decretata ai loro nomi dalla storia. Per chi ha fede nella giustizia è anche questo un conforto. Ma, prima di lasciare il bellissimo libro del Salata, scritto con esemplare precisione di storico, concepito con amore di patriotta, solleviamo l'animo, distogliamo lo sguardo da cotesti rifiuti dell'umanità, e contempliamo ancora un istante la serena figura del giovane, che, per la causa da lui abbracciata con foga di amante, affronta con stupendo coraggio la morte e, in faccia al patibolo, soverchia il rullo dei tamburi con le grida di Viva l'ltalia, Viva Trieste libera, fuori lo straniero, < finchè - è sempre il rapporto di polizia che lo constata - gli morirono in un rantolo nella strozza>. La causa, per cui Guglielmo Oberdan immolava la sua pro1nettente giovinezza, era quella della italica libertà di Trieste. Libertà italiana ha da essere sinonimo di libertà mazzinianamente giusta e generosa. ALESSANDRO LEVI BONIFICHE E AUTONOMIE LOCALI NEL 1\tlEZZOGIORNO Non da oggi io, settentrionale di nascita, che vivo da un ventennio or ama i .operando nel lvlezzogiorno, dove ho posta ogni mia attività (nel senso più largo della parola), ho affermato che bisognava sempre e in ogni caso preferire per la risoluzione dei problemi della terra meridionale, i meridionali, ma se l'intervento -di uomini di altre regioni, dotati largamente di mezzi e di volontà (fattori che troppo spesso mancano entrambi ai proprietari latifondistici meridionali, mentre agli agricoltori meridionali mancano il più spesso soltanto i mezzi) può determinare il passaggio dal periodo statico attuale a un periodo dimanico, ben vengano, e saranno benedetti dalle venienti generazioni di agricoltori meridionali. Per il bene del Mezzogiorno, io mi auguro, che il governo voglia e sappia arrivare presto alla creazione di un sufficiente numero di organi locali autonomi a somiglianza del Magistrato Veneto alle acque, per la bonificazione integrale, a cui deve presiedere una mentalità economico-agraria; e che non si limiti invece, come sembra che riferiscano i giornali politici, a costituire Uffici decentrati per le opere pubbliche. Le opere pubbliche sono uno dei mezzi per arrivare al miglioramento del suolo meridionale; b\sogna invece tenere presente tutti i mezzi validi ai fini di un incremento della produttività del territorio (nel suo complesso disgraziato : non si dimentichi la base realistica, non pessimistica, di Giustino Fortunato) afjinchè si riesca ad evitare ulteriore sperpero di danaro sia pubblico che privato. EUGENIO AZIMONTI Biblioteca Gino Bianco·
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