La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

OBERDAN 329 . . Con quella prudenza di storico, che gli è propria, il Senatore Salata non dà per provato che fosse proprio l'Oberdan colui che gettò la bomba a Trieste sul corteo degli austriacanti del 2 agosto. Il giorno prima si era inaugurata nella citta adriatica un'esposizione voluta dall'Austria per celebrare il V secolo della propria do1ninazione. Gli irredentisti avevano ravvisato negli incauti festeggiamenti una provocazione al sentimento nazionale della città. È certissin10 che Gugliel1no Oberdan era in quei giorni a Trieste. Un amico di lui, uomo di serietà insospettabile, il prof. Salomone Morpurgo, fino o poco tempo fa direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, scrivendo al Salata, gli narrava di aver trovato a Udine, réduce da Trieste, l'Oberdan, il quale, nel treno che li conduceva a Venezia, gli avrebbe raccontato che proprio egli < aveva lanciato la bomba dalla strada, ma con parabola così alta che i più credettero fosse stata gettata da una finestra>. Pur tuttavia il Salata, < fedele al proposito di non dire parola che non sia docu1nentata, si atti~ne alla decisione della suprema Corte Militare, la quale non ritenne accertato un concorso positivo dell'Oberdan nell'attentato del 2 agosto. Lo scrupolo, diciamolo pure, fa onore ai giudici militari austriaci. Ma non salvò dalla morte l'Oberdan. L'esecuzione della condanna, anzi, avvenuta pochi giorni appresso, acquista tanto più grave rilievo dopo quel pronunciato dei giudici intorno alla bomba del 2 agosto. Di quali altri crimini, infatti, poteva tenersi giuridicamente responsabile Guglielmo Oberdan, quando non si potesse provare la sua partecipazione - che egli in istruttoria negò - ai fatti del 2 agosto ? Di diserzione, del lievissimo ferimento del gendarme che l'aveva arrestato, di alto tradimento per le sue mai smentite asserzioni che le bombe sequestrategli all'atto della cattura erano destinate a < dare un saluto ali' imperatore>. Quanto all'attentato del 2 agosto, il diligentissimo Salata sembra incline ad attribuirlo, come ad esecutore materiale, a certo Contento, che, arrestato, morì in carcere. < Le dichiarazioni fatte poi (dall' Oberdan al Morpurgo e a Giuseppe Picciola) potrebbero anche riferirsi ad una sua iniziativa e preparazione generica e costituire per il resto una vanterla perdonabile a chi con ciò si esponeva a più serio pericolo>. In quel doloroso episodio era morto un giovanetto triestino; un altro giovane èra spirato, se anche non esclusivamente a causa delle ferite, alcuni giorni dopo. Fu, forse, per conservare al proprio sacrificio tutta la . sua purezza che l'Oberdan, già condannato per gli altri capi di accusa dal Consiglio di Guerra di Trieste il 20 ottobre, dalla Corte Suprema di Vienna il 4 novembre, e che - com'egli stesso diceva nell'interrogatorio del 13 novembre - era < in tale condizione da non poter contare su alcuna clemenza>, negò, recisamente negò. di avere gettato le bombe del 2 agosto ; l'autore del fatto del 2 agosto - aveva detto in altro· interrogatorio due giorni avanti - < avea agito contro innocenti > ; pur ammettendo che quell'attentato gli fosse servito < di sprone>, egli però < intendeva · Biblioteca Gino Bianco

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