La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

IMPRESSIONIDI GERMANIA 325 gnificativo che il corrispondente berlinese del Corriere della Sera se lo spiegava e ce lo spiegava con l'assenza da Berlino di tutti i Ministri responsabili, in regolare congedo. Sarà pure, ma il fatto è che l'elmo a chiodo torna a circolare in Germania. Dovr'ebbe pure esistere, in Germania, una bandiera della Repubblica, che dovrebbe essere la bandiera ufficiale della Nazione. Ebbene, non ricordo di averla vista sventolare. Ho visto, si, molto spesso bandiere, pennoni, orifiammi ~ ma portavano i colori dell' Impero. Sono sintomi, ma sintomi che non possono lasciare dubbi sullo stato d'animo oggi prevalente in Germania. A Monaco, assai prossima al palazzo Reale, esiste la Feldherhalle, che è. una copia quasi identica della Loggia dell'Orgagna di Firenze. Or bene nella parte interna della Loggia, al centro di essa, può leggersi scritto a grossi caratteri neri: « L'esercito vi farà liberi». La scritta deve essere molto recente, anzi. recentissima. Ad ognuno dei lati della parete sono poi segnate cinque croci, nere orlate di bianco. Sotto ogni croce una grande corona : i nastri sono nei colori dell'Impero. E sopra ogni croce una scritta: Alsazia, Lorena; Reno, Rhur; Schlewizg Holstein; Prussia Occidentale, Danzica - a sinistra di chi guarda : Pos'en; Slesia; Germania del Sud; Suo TIROLO; Colonie - a destra. Sul carattere e sul lore di tali rivendicazioni è perfettamente inutile insistere. La Germania guarda anche oltre i nostri attuali confini. Al banchetto offertoci dalla Stan1pa, all' « Adlon », volli domandare al direttore della più grande agenzia tedesca d' informazioni che con altri giornalisti tedeschi mi siedeva vicino, cosa pensassero in Germania dell'Italia. « Noi amiamo - mi rispose - l'Italia: l'Italia di Dante, di Michelangelo, di Raffaelo, di Verdi e di.... Puccini». Credo facesse pure seguire un complimento per il nostro, bel sole. Poi continuò : « Ma non ci piace la politica dell'Italia. Nemmeno quella di Mussolini». (Mi deve avere supposto Mussoliniano). Infine, dopo una pausa, disse : « V'è poi la questione dell'Alto Adige». Risposi, naturalmente, che non mi sembrava che la questione potesse riguardare la Germania, visto che i confini del vecchio Impero non arrivarono mai sino al Brennero. Non è, ad ogni modo, quel che io dissi che può interessare. Invece interessa molto sapere che in Germania si considera l'Alto Adige come una delle parti dell'Impero da rivendicare. Salvo questa dichiarazione, provocata da me, tutti i tedeschi con i quali abbiamo avuto contatti ufficiali furono assai riservati nei riguardi delle cose nostre. Nè hanno detto, o lasciato trapelare, pensiero che potesse dispiacerci. Hanno, anzi, insistito molto sulla necessità di rafforzare le relazioni commerciali tra i due paesi e sulla utilità reciproca che ne deriverebbe. Il rappresentante della C~mera di Commercio di Berlino volle ricordarci, ad esempio, come le esportazioni con l'Italia rappresentassero prima della guerra, il 17 % del commercio totale della Germania e come le esportazioni in Germania rappresentassero il 14 ¾ della esportazione italiana, facendoci considerare come sia, quindi,_ di grande interesse reciproco di riprendere tra i due paesi buone relazioni co1nmerciali. Il Capo dell'Ufficio Stampa del Ministero degli Esteri, lasciò pure lui cadere il discorso sul medesimo terreno, abilmente allargandolo alla situazione generale europea e all'America che industrialmente e politicamente sta diventando troppo grande di fronte a un Europa troppo piccola e divisa. ' La pace, la solidarietà e la indipendenza dei popoli, tutti gli argomenti che servirono di base programmatica alla politica della Intesa sono oggi argomenti . BibliotecaGino Bianco

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