322 LA CRITICA POLITICA siderazione speciali e che, per quanto ·non possa poggiare oggi su una sistematica organizzazione e su una larga assistenza dello Stato, continua a trovare nel a pratica larghissime applicazioni. Visitando la mostra delle ceramiche del Sig. Rosenthal (9 fabbriche in· Germania e una in Boemia - 9000 operai) notai che su ciascun oggetto i prezzi erano per ogni Stato segnati nella particolare moneta locale e che, tenuto conto del corso del cambio, tali prezzi non corrispondevano affatto tra loro. Quelli per la Germania erano, ad esempio, considerevolmente più alti di quelli per l' Italia. Domandai spiegazioni. E le ebbi subito. « In Germania' - rispose il Sig. Rosenthal in persona - i prezzi sul merca~o li faccio io e i negozianti devono vendere al pubblico solo al prezzo che io indico loro. Fuori di Germania adeguo, invece, per ogni paese i prezzi alle condizioni che il mercato locale può farmi». Egli trova che il sistema gli conviene. Altri industriali mi hanno spiegato che, piuttosto _di chiudere le proprie fabbriche o sospendere parte dell'attività di queste, reputano preferibile mantenerle in piena efficienza lavorando, per una parte della produzione, sotto costo o in perdita. Anche questa spiegazione può corrispondere al vero. Se non lavora per il presente, l' industria germanica lavora cosi per l'avvenire. Il Direttore del Messamt, Dott. Kohler, nel discorso che rivolse alla stampa italiana nel ricevimento del 30 agosto, richiamò appunto la nostra attenzione sulla importanza economica commerciale che la Fiera di Lipsia ha per la Germania in questo periodo di crisi internazionale e ci pregò di dare ad essa tutta la importanza che ha nell' economia internazionale considerandola come mezzo di avvicinamento tra i vari popoli. Non si può negare che l'importanza sia enorme sotto l' uno e sotto l'altro aspetto. La convenienza economica non conosce barriere politiche e dove queste si frappongono le supera facilmente. A Lipsia la Germania sta risolvendo il problema dei rapporti internazionali meglio di quanto non vi riesca nelle conferenze di Ginevra. Nemmeno i francesi - che sono i meno riducibili - si fanno scrupolo di venire a fare i loro acquisti in Germania. Dove c'è la convenienza reciproca cessano· 1e ostilità e si riprendono ' le buone relazioni. Gli stranieri che vanno a Lipsia per fare acquisti sono dunque molti. Pochi invece sono quelli che vi vanno a vendere. Desiderio del Messamt sarebbe che tutte le Nazioni partecipassero alla Fiera con i loro prodotti, in quanto ciò gioverebbe al carattere mondiale della Fiera e sopratutto ad attrarre maggior numero di stranierj. Finora, però, le mostre estere si limitano a pochi paesi : Austria, Cecoslovacchia, Svizzera, Ungheria, Estonia, Russia ed Italia. Mancano tutti gli altri Stati. Fra le nazioni industriali manca l'Inghilterra, mancano gli Stati Uniti, manca la Francia. La Francia ha per ora un motivo tutto particolare per non parteciparvi: l'Inghilterra e gli Stati Uniti preferiscono inviarvi i loro osservatori tecnici. Delle mostre estere nessuna m' è sembrato rivestisse -interesse e caratteristiche particolari. La Svizzera, l'Austria, la Slovacchia espongono molto, ma i loro prodotti non differiscono gran che, per il genere e la qualità, da quelli offerti dalla Germania. La Russia, invece, espone poco e quasi solamente prodotti grezzi, ma si presenta attrezzatissima dell'organizzazione publicitaria. Il governo dei Soviets, se non per altri motivi, è ammirevole per Io sforzo con- cui cerca di val9rizzare economicamente all' estero il proprio paese, allettando il capitale internazionale a compiere nell'interno della Russia quella funzione che il capiBibliotecaGino Bianco
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