La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

IMPRESSIONI DI GERMANIA 317 essi, orientarsi. Tutto quel che si scrive e si stampa è ispirato a preoccupazioni di politica estera e, a seconda che venga di Francia o voglia giovare alla Germania, ci offre della situazione odierna, aspetti assolutamente diversi. Oli italiani poi che tre anni addietro, al periodo della deflazione, quando il marco era sotto zero, recandosi in Germania vi trovarono un paese dove tutto poteva acquistarsi a prezzi di liquidazione, non sanno scompagnare l'idea della Germania attuale dalle condizioni di prostrazione e di abbandono in cui allora la conobbero. E invece la situazione è mutata. Come e quanto non saprei. Certo nulla rivela un paese in condizioni di gravi difficoltà. Se la miseria c' è - e ci sarà anche quella, senza dubbio - è ora' ben coperta. Se manca il lavoro e la disoccupazione è grande - i camini delle innumerevoli officine sparse per l'immenso ·territorio sono tutti in piena attività. Faranno per darsi.... delle arie! Ma nel viaggio da Kufstein a Berlino (909 Km.) in andata come in ritorno per due diverse linee ferroviarie e nelle città, ovunque abbiamo visto solo segni di vita intensa, laboriosa e cioè produttiva. La Germania si sta rifacendo. Qualcuno tra noi che vi si era recato tre anni addietro ha potuto avvertire la differenza. È finito, intanto, il caos monetario. Volere o no lo ristabilimento del marco oro ha efficacemente contribuito ad una situazione economicamente più tranquilla. Sarà stato e sarà tutt'ora a prezzo di altri sacrifici. Non c' è assestamento senza scosse e senza crolli. La Germania ha avuto quello del gruppo Stinnes. Gli industriali, ad esempio, lamentano ora i salari divenuti troppo alti con l'attuale rapporto monetario. Ma dichiariano pure di sentirsi assai meno preoccupati che per il passato. E ve Io dimostrano, conversando, per il modo in cui si riferiscono al periodo della deflazione. La prima constatazione, intanto, che abbiamo dovuto fare, a nostre spese purtroppo, è la grande differenza tra il potere di acquisto delle due monete: la lira e il marco. Non si tratta solo della differenza di cambio per cui per avere un marco tedesco occorrono dalle lire 6 alle 6,50. La differenza alla quale mi riferisco è nel fatto che con un marco non si acquista in Germania molto di più di quanto con una lira si acquista in Italia. Al cambio attuale la vita è in Germania assai più costosa che da noi. Chi si è sorpreso nel vedere quest'anno migliaia di tedeschi calare in Italia, nelle nostre città e nelle nostre spiaggie troverà facile la spiegazione del fenomeno. In Italia la villeggiatura rappresenta per essi, insieme ad un godimento, una economia notevolissima. Le condizioni sono dunque invertite ? A nostro danno o a nostro vantaggio ? Ecco un quesito rispondere al quale è alquanto difficile. Che il costo della vita sia rispettivamente più basso in Italia può costituire un vantaggio per noi. Ma che l'alto costo della moneta e il suo basso potere di acquisto, anzichè costituire .un deprimente del1' attività tedesca, segni un periodo di sicura ripresa e di manifesta ascensione è pure un fenomeno da meditare. I complicati e differenti sistemi monetari ai quali la guerra ci ha condotto non facilitano davvero la comprensione dei problemi economici. Giacchè per la Germania questo appare evidente : che il grave squilibrio monetario non ha segnato punti di lungo arresto o di forte depressione nella sua attività produttiva. Gli indici della Fiera di Lipsia sono da questo Iato eloquentissimi. Dimostrano anzi tutto una tenacia ed una costanza che non possono non ammirarsi in un popolo che, dopo aver coltivato un grandioso sogno Biblioteca Gino Bianco·

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