La Critica politica - anno V - n. 8-9 - ago.-set. 1925

L'assurdo protezionismo siderurgico in Italia Tanto per la storia: il protezionismo contro il quale Giretti tira qui uno dei suoi colpi migliori, è precedente, e di molto, al fascismo. Fu appunto l'on. Giolitti a regalarci, nel 1921, l'attuale assurdo protezionismo dannoso all'economia . nazionale. Il fascismo fece nel momento stesso in cui assunse i poteri dello Stato affermazioni in senso nettamente liberista. E bisogna dare atto all'on. De SteJani di avere cercato di mitigare in alcuni casi alcune asprezze doganali. Ora abbiamo alle finanze un nuovo Ministro. Ragione di più per insistere. Per conto nostro siamo lieti di poter contribuire, anche coll'opera dei nostri più apprezzati e autorevoli collaboratori, a denunciare i casi di più grave e dannoso protezionismo, sostenendo le buone ragioni dell'Italia veramente operosa e produttiva. Il < liberismo tendenziale> dell'ex-Ministro delle Finanze, on. De Stefani, per quanto necessariamente annacquato durante quasi tre anni di permanenza governativa, fu sempre un pruno negli occhi pei gruppi · protezionisti industriali, e specialmente pel gruppo siderurgico, che, come è noto, domina e < controlla > la < Confederazione Generale dell' Industria Italiana >. Per conseguenza, le dimissioni dell' on. De Stefani dal Ministero delle Finanze furono accolte con gioia non celata nel campo chiuso del < trust > siderurgico, i cui maggiori esponenti - secondo mi assicura persona di solito bene informata per le ragioni della sua professione - tennero testè alcuni convegni allo scopo di bene accordarsi sui mezzi stimati più adatti per ottenere possibilmente un aumento dei già enormi privilegi, che godono per la vigente tariffa doganale e le leggi, che impongono la preferenza pressochè assoluta dei prodotti delle industrie nazionali nelle forni ture dello Stato e dei servizi pubblici. Ignoro tuttavia quale è stato il concreto risultato degli accennati convegni, ma non si tarc;lerà a conoscerlo dai < sugg·erimenti >, che daranno zelantemente ai nuovi Ministri delle Finanze e ·dell'Economia Nazionale gli organi, ai quali stanno particolarmente a cuore gli interessi della cosidetta < industria pesante >. La quale, è bene ripeterlo ad ogni occasione, in Italia non deve affatto essere confusa col complesso delle industrie meccaniche e metallurgiche, ma è esclusivamente costituita da alcune dozzine di stabilimenti siderurgici, la cui attività parassitaria ha per base l'assurdo economico, che caratterizza il nostro regime doganale, e che consiste nel Biblioteca Gino Bianco

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