La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

LA RIFORMACOSTITUZIONALEDEL FASCISMO 245 come in fondo è l' Italia e che non poteva durare. Che uomini viventi su uno stipendio dello Stato si permettessero di avere delle opinioni politiche proprie indipendentemente dalle opinioni politiche del Governo, era - secondo la mentalità prevalente - uno scandalo che doveva finire. E il fascismo provvede a farlo finire (1). È logico. Aggiungerò che è una conclusione alla quale era inevitabile si arrivasse. La riforma costituzionale del fascismo a questo punto potrà considerarsi compiuta. Gli idealisti del fascismo troveranno che essa non è la rivoluzione. Non hanno torto. È, però, lo Stato Fascista. OLIVIERO ZUCCARINI (1) Ha provveduto. Ambedue le leggi sono state approvate dalla Camera nella tornata del 20 giugno. Non resta che l'approvazione del Senato e la firma del Re. GRANO E PRODUZIONE L'Italia non produce tutto il grano che consuma. È una cosavecchia.Non l'ha mai prodotto. Tuttavia gli italiani hanno continuato a vivere lo stesso e a migliorare anche il loro tenore di vita. Il che vuol dire chenon è proprio indispensabileprodurre in paese tutto il grano di cui si abbisogna.Cioènon è economico. Esiste evidentementeper gl' italiani maggiore convenienzaa produrre altre cose.E finchè talè convenienzaesisterà, è perfettamente inutile pretendere che gli italiani coltivinograno ·piuttostocheviti, barbabietoleopomidoro. L' importante è, invece,che in Italia si produca molto. Più si produrrà e più gl' italiani migliorerannole loro condizionidi vita, anche se, per dar posto ad altre produzioni meglioconvenientie adatte al suolo e al clima d'Italia, la produzione del grano dovessescemare. Questoper dire che alla utilità della " battagliadel grano ,, chesi dovrebbe svolgeread iniziativa e sotto la direzionedel Presidentedel Consigliononci crediamomolto.Anchedurantela guerra - e le necessitàerano allora moltodiverse giacchè mancava quella libertà di trasporti per mare che oggi nessunoinsidia, per cui ogni nazione veniva a costituire una specie di economia chiusa - si tentò, sotto gli auspicie la direzionedelgoverno,qualchecosadi simile e mai panecostòcosìsalato all'economianazionale.Salatopure per le condizionidi allora! Dunque - ci si domanderà - non si devefar nulla per il miglioramento delle condizionidella economia nazionale? Si, che si devefare! Non dimenticando, però, che gli agricoltorinon hanno affatto bisogno di essere indirizzati sulla scelta del genere delle loro produzioni. Essì sanno benissimo,e sempre meglio dei politici, quali tra esse sono quelle che meglio convengono.Piuttosto hanno ragione di attenderee forse di pretendereche dal governo non vengano posti ostacoli alla loro iniziativa e alla loro attività. J., olete,signori delgoverno, che la produzione cresca,che i sistemi di coltivazionemigliorino, che l'agricoltura si per/ezioni, progredisca? Lasciate che le macchineagricoledi ogni genere e i concimi e i perfosfati e tutto quanto all'agricolturaserve entrino libe-·. ramente, senza dazi e sopraprezzi, per modo che gli agricoltori li trovino in abbondanza sul mercato e a prezzi che non siano proibitivi come oggi. Facilitate i trasporti con tariffe ferroviarie che non siano sproporzionate ai prezzi delle merci. E date sopratutto, signori, sicurezza e tranquillità agli agricoltori. Non li scoraggiate. Non li disamorate.Fate insomma che essi sentano sul serio la gioia e l'utilità della loro fatica. E varrà nei risultati cento " battaglie pel grano ,,. B1blioteca Gino Bianco .

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