La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

f\FFERMJ\ZIONI REGIONALISTE Escursioni regionali. L'a.nno scorso una comitiva di giornalisti si portò alla scoperta dell'Alto Lazio e ne ritornarono ammirati, entusiasti. Nessuno di essi pensava che alle porte quasi di Roma esistesse una regione così interessante, così bella, così ricca per arte e per natura, così operosa e pur così dimenticata e così separata dal centro e dal resto d'Italia. Ma ciò che aveva importanza non era il fatto che i giornalisti romani scoprivano una nuova e ricca regione alle porte della capitale, era invece che la regione stessa si faceva scoprire, e si offriva ai giornalisti e li chiamava sul luogo per farsi conoscere e stimare e sopratutto per far loro sapere di essere stanca di attendere le provvidenze dall'alto e che per ciò agli uomini del governo si chiedeva solo di essere lasciati fare, di non ostacolare le iniziative degli enti locali per quel rapido sviluppo di servizi e di collegamenti invano promessi e attesi. Una regione che si lasciava scoprire, ma per dire di voler vivere e di essere capace di vivere, da sè e coi propri mezzi. Ora è la volta della Ciociaria. Anche questa regione è alle porte di Roma: ma ignorata a Roma quanto fuori di Roma. Nota se mai per i costumi caratteristici che hanno servito per secoli di modello ai pittori della capitale e che adesso non si vedono più. Anche questa una regione che vuol vivere e capace di vivere. E non si tratta del solo Agro, per il quale anzi qualche cosa si è fatto e si sta facendo. Come mai? Perchè dal momento che Roma' è diventata capitale del Regno d'Italia ha cessato di essere il capoluogo delle tre regioni che ora ad essa fanno capo : Tuscania, Ciociaria e Sabina. Roma è la capitale, un grande centro politico e burocratico e non una cittadina di provincia. Gl' interessi locali e regionali là dentro vi si perdono. Ed ecco come le regioni più vicine a Roma hanno tra gli altri svantaggi sulle altre quello di non avere un centro regionale come per esempio l'ha la Sicilia con Palermo, la Toscana con Firenze, l'Umbria con Perugia e via dicendo. I giornalisti che - pure per Iniziativa di elementi ed enti locali - hanno visitato la Ciociaria per lungo e per largo durante tre giorni hanno scoperto tan_te bellissime cose: e anzitutto monumenti ed opere d'arte meravigliose (basterebbero quelle di Anagni) e poi una plaga pittoresca e ricca e fertile, sopratutto fertile, BibliotecaG- ino Bianco e infine una popolazione laboriosa e piena di volontà. Insomma un'altra coscienza regionale che si ridesta. Per le migliori fortune d'Italia l · Atlante linguistico e Congresso dei dialetti. Abbiamo già parlato di dell'opera grandiosa di cui la società Filologica Friulana ha il merito di essersi fatta patronatrice e promotrice. Con essa l'Italia, che forse ha la più vasta e interessante varietà di dialetti, si mette alla pari con la Francia che già possiede un magnifico Atlas linguistique dovuto alle fatiche intelligenti e pazienti' del Gilléron e del1' Edmond, con la Svizzera la quale sta preparando un secondo Atlante che comprenderà le sue parlate lombarde e latine e includerà anche i dialetti italiani settentrionali fino a una linea la quale partendo da Livorno metterà capo ad Ancona, con quanto infine stanno facendo o hanno già fatto la Germania, la Spagna, la Romania, la Catalogna. In questa gara internazionale l'Italia non poteva rimanere seconda. E infatti l'iniziativa della Filologica Friulana ha subito raccolto il consenso e l'appoggio del Ministero della Pubblica Istruzione, il consenso del Ministero degli Esteri e di numerosi enti pubblici e privati. L'impresa di un Atlante linguistico non ha solo un'alta importa11za scientifica, ma servirà potentemente anche a salvare dall'oblio una parte cospicua del nostro patrimonio idiomatico. I dialetti sono i grandi depositi e quasi il fondaco delle tradizioni, degli usi e delle costumanze della nostra gente; sono un retaggio prezioso dei nostri padri; sono il passato che non muore e che si rinnovella nel presente. Ecco perchè l'impresa ha avuto la forza di suscitare tanti consensi in ogni parte e di dare occasione ad un < Congresso dei dialetti d' Italia> che fu anche una vibrante manifestazione di fratellanza nazionale. Il Congresso ebbe luogo a Milano due mesi addietro, e cioè il 19-20 e 21 aprile. Qui se ne parla in ritardo anche perchè solo ora abbiamo potuto leggerne un dettagliato resoconto. Purtroppo la stampa quotidiana non sa sempre dare adeguata importanza alle varie manifestazioni della vita nazionale Diremo intanto che tutte le regioni italiane v'erano rappresentate: dal Piemonte alla Sardegna, dal Friuli alla Sicilia. Argomento principale di discussione l' im

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==