La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

NOTE E COMMENTI 291 do la compagine finanziaria dello Stato : riafferma che non è possibile la convivenza civile, dove non sono rispettate le libertà elementari di coscienza, di parola, di stampa, di riunione, di associazione, di inviolabilità del dornicilio e di segreto epistolare, e dove la stessa incolumi'tà personale dei cittadini è sub.ordinata all'appartenenza ad un partito politico : ritenuta superflua e dannosa ogni legge che tenda a regolare la materia dei ·decreti-legge, dichiara che norme legislative non possono essere ernanate se non dal Parlamento, e che solo in casi eccezionali d'assoluta necessità e d'estrema urgenza possono venire dettate dal potere esecutivo, ma che in tale caso dovranno venire presentate al Parlamento e da questo approoate dentro termini fissi; considerato che i sindacati obbligatort e la loro rappres.entanza in un'assemblea politica spezzerebbero l' unità dello Stato per sostituirvi la sovranità di corpi monopolistici in guerra tra di loro, e ridurrebbero notevolmente l'iniziativa individuale nella produzione e il reddito nazionale : ritiene incompatibile con i principi essenziali dello Stato n1oderno qualsiasi progetto tendente ad attuare l' accennato programma, laddove il riconoscimento giuridico dei sindacati provvederebbe a tutelarne i diritti ed a sancirne le responsabilità ; respinge la legislazione fascista in quanto 1nira a violare le libertà, sia quella già approvata dalla Camera, sia quella che si annuncia in corso di preparazione; manda un saluto ai senatori ed ai òeputati liberali che, con invitta fede, si adoperano a salvare la pericolante civiltà ·politica italiana ed a tutte le vittime della persecuzione politica; auspica che nella piena indipendenza del mandato legislativo, proclamata dallo Statuto, i deputati liberali, eletti attraverso a qualsiasi lista, perseverino nella lotta vigorosa1nente iniziata per la difesa delle pubbliche libertà n• E sta bene, se però di queste cose i liberali non si ricordassero ora solamente. Non sono dunque, coloro che parlano a questo modo, quegli stessi liberali' che hanno fiancheggiaBiblioteca· Gino Bianco ' to il fascismo, che gli hanno aperto intanto la strada, che gli hanno reso - alcuni fino al 3 gennaio e dopo - tutti i servizi che gli potessero rendere, che non sdegnarono chiedergli e riceverne, piuttosto che dal corpo elettorale, un mandato parlamentare? Ma non è dunque l'estensore di questo ordine del giorno quello stesso prof. Umbe·rto Ricci che al Congresso liberale di Livorno sostenne la tesi della collaborazione al fas.cismo, del quale difese l'opera politica di rico- . struzione amn1inistrativa, politica, finanziaria e.... spirituale? E che fede allora è possibile prestare al loro atteggiamento odierno, alla loro convinzione liberale? Come possono costoro pensare che il loro passato troppo recente possa comunque e quando che sia essere dimenticato? I fas.cisti hanno avuto parole aspre contro i liberali per questa loro rivendicazione tardiva della libertà, specialmente poi contro alcuni di essi ai quali, come ~l prof. Ricci, rimproverano di sputare ora sul piatto nel quale hanno abbondantemente mangiato. È onestà riconoscere che non hanno torto. Per l'arresto di Salvemini. I giornali hanno pubblicato : "I sottoscritti compiono un dovere di coscienza attestando in questo momento la loro stima e la loro ammirazione per Gaetano Salvemini. "Gaetano Salvemini non è un libellista. Nessuno che lo conosca ha potuto sottrarsi al fascino della sua grandezza morale. Tutta la cultura europea vede in lui uno dei più grandi storici contemporanei. La sua scuola onora l'Italia. " L'opera politica di Gaetano Saivernini anche per chiunque in buona fede ne dissenta, è stata sempre un esempio mirabile di onestà, d1disinteres~e, di coraggio n• Per tutti gli amici di " Critica ,, abbiamo sottoscritto anche NOI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==