La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

LA RIFORMA COSTITUZIONALEDEL FASCISMO 241 mente; è pessimo invece quello che favorisce la loro unione. La logica del centralismo è, in questo caso, contro l'interesse del centralismo. Il vecchio sistema del collegio uninominale che fraziona e localizza il contrasto elettorale, che sovrappone all'interesse politico di parte I' interesse personale e la passione del campanile, costituisce per il potere esecutivo, sotto l'aspetto dei suoi vantaggi, una esperienza già fatta e mai s1nentita nemmeno quando i governi contavano molto meno e disponevano di mezzi assai minori. Figuriamoci oggi. Ed ecco il sistema nuovo che è un ritorno al collegio uninominale, ma non al sistema elettorale che Io accompagnava. Quello aveva qualche elasticità, non esigeva forn1alità di presentazioni, si prestava alle candidature persino dell'ultimo momento, aveva il ballottagio. Questo è un sistema rigido, impone agli avversari per la presentazione del candidato una procedura difficile e rapidissima, abolisce il ballottagio. Per un Governo che non voglia sorprese elettorali e voglia assicurarsi una maggioranza assolutamente ed invariabilmente fedele costituisce il sistema ideale. Potrebbe bastare. I liberali, che prendono esperienza dal passato, dicono di s), e se il fascismo si fosse limitato a questo si sarebbero considerati felici di continuare a dargli una mano. Il fascismo non poteva fermarsi qut La volontà di dominio che esso esprime e di cui è strumento è più esigente : non può appagarsi di un mezzo, Ii vorrà tutti. La riforma costituzionale che si sta praticamente operando non è il prodotto della volontà o del capriccio di un solo uomo. Se v' influisce da una parte la particolare volontà degli uomini sbalzati al potere di non esserne scacciati nè oggi nè mai, assai più vi influisce Io stato di ~nimo di quelle classi che, avendo una posizione privilegiata, vedono in se stesse la Nazione e tutta la Nazione. Queste classi hanno paventato troppo in un certo momento e sono tuttavia consapevoli della loro inferiorità numerica di fronte alle forze che si vogliono tenere soggette. La solidità del potere esecutivo è la loro stessa sicurezza. Lo sentono e la vogliono. La particolare situazione spirituale nella quale si trovano è nei confronti delle istituzioni parlamentari quella stessa di chi considera di dover ritornare in possesso di diritti dei quali fosse stato progressivamente spogliato. Non si soffermano nemmeno a considerare se il sistema parlamentare non abbia costituito durante settant'anni la ·loro migliore salvaguardia o se anche non gli debbano la propria posizione privilegiata. Il loro problema è cos) il problema stesso del fascismo. Ha detto · alla Camera, nella seduta del 21 maggio, il Ministro guardasigilli on. Rocco : < In questo grande compito di liberazione dello Stato e di restaurazione della sua sovranità contro le molteplici usurpazioni degli ultimi cinquant'anni sta il valore pratico e teorico del fascismo >. La restaurazione non può compiersi che limitando l'altra sovranità: quella che teoricamente risiede nel diritto elettorale. Limitandola fino all'annullamènto. In modo .che non possa costituire un pericolo, sia pure Biblioteca Gino Bianco ,,

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