La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

240 LA CRITICA POLITICA Quale? Dare al Governo il migliore sistema per fabbricarsi una Ca1nera che gli sia assolutamente ed invariabilmente fedele. Un sistema non risponde nel modo migliore? Se ne fabbrica un altro. E non v'è da formalizzarsi. Lo ha dichiarato lo stesso Mussolini in quell'articolo (1) che .... mi ha procurato qualche seccatura: < Tutti i sistemi sono buoni o cattivi a seconda delle circostanze di modo, di luogo, di. tempo >. Buoni per chi? S'intende : per lui, per il Governo, per il potere esecutivo,. Non c'è nemmeno da pensare ad una interpretazione diversa. Il metodo e la dottrina fascista sono quì e la originalità del fascismo è che tra metodo e dottrina non vi esistono discordanze. Il giorno 1n cui esistessero il fascismo come partito di Governo sarebbe finito. La riforma del sistema elettorale è la prima preoccupazione del fascismo: segna il punto di partenza, indica il punto di arrivo. Nè è a credere che la seconda 'riforma elettorale sia per il fascismo un ritorno sui suoi passi, come si è lasciato credere e come forse qualcuno tuttora ritiene ingenuamente. Il sistema adottato per le elezioni del 6 aprile in apparenza si conciliava assai bene con le esigenze di governo di uno Stato accentrato, con poteri ristretti, stabili, autoritari. Non faceva che seguire la logica centralista. Dove unica è la legge, unica la finanza, unica l'amministrazione, si doveva pure arrivare al collegio elettorale unico. Il sistema offriva al Governo la possibilità di scegliersi lui, uno ad uno, i suoi uomini e di avere una solida maggioranza parlamentare: due terzi contro un terzo che con le liste governative bis poteva anche,. come s'è visto, essere ridotto ancora (2). Faceva di una minoranza una maggioranza legale assoluta. Applicava· la proporzionale, ma in modo da preparare alle liste di opposizione sorprese atroci, con un capovolgimento completo di proporzione. Perchè dunque venne ad un tratto gettata a mare e sostituita ? Perchè, nel suo semplicismo, si presentava altrettanto pericolosa quanto vantaggiosa. La partita elettorale col collegio urfico avrebbe potuto diventare una partita seria. Intanto il collegio ' unico rendeva inevitabile la coalizione di tutti gli avversari del Governo .. Dopo il delitto Matteotti e per effetto di quel delitto - prima ancora che il fascismo potesse aspettarselo o desiderarlo - quella coalizione si trovava già for 1nata. Mussolini capì e non esitò un momento a cambiare il sistema. Può darsi che tra le altre ragioni che ve lo spinsero vi fosse pure una ragione tattica : disorientare le opposizioni distraendole dalla questione morale con l'argomento elettorale. Il motivo vero fu che egli si accorse come, centralismo a parte, sul terreno della lotta, - anche quello incruento delle elezioni ·_ è ottitno quel sistema che, fraz!onando gli avversari, li rende poco temibili e permette di combatterli separata- (1) In Oerarclila, febbraio 1925. (2) Nelle elezioni del 6 aprile 1924vi furono regioni dove - grazie alle liste bis - i candidati del governo si presero tutto, sopprimendo di fatto la minoranza I Biblioteca Gino Bianco

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