266 LA CRITICA POLITICA quando si è letta la sostanziosa introduzione nella quale Salvemini è riuscito a sintetizzare, con la perspicacia di un grande storico, le idee, i propositi, le recondite mire, i radicati preconcetti, le limitate od aberranti visuali dei diversi partiti italiani, durante la preparazione all'intervento, durante la guerra e durante le trattative per la pace. Ne scaturisce un giudizio inconfutabile sull'opera degli uomini che erano responsabili della politica italiana: " .... La partecipazione dell'Italia alla guerra era una ineluttabile fatalità. Sul 1nodo e sul tempo di intervenire, di fare la guerra, di fare la pace, non fra l'intervento e la neutralità, i governanti italiani avevano libertà di scelta ecc. ecc .... ,,. La politica che "non è stata fatta" è quella che propugnavano Leonida Bissolati con Salvemini e pochi altri amici, privi di influenza sui circoli ufficiali, non appoggiati da alcuna coalizione (occulta o palese) di interessi privati e neppure sostenuti da qualche largo consenso della " pubblica opinione n• La politica che fa fatta è quella che i Governi di Salandra, poi di Boselli, poi di Orlando affidarono interamente al Ministro degli Esteri barone Sidney Sonnino. La figura di quest'uomo che per quattro anni e mezzo fu arbitro dell'azione internazionale dell'Italia e dovette guidarla nel più grandioso e tragico cimento, che finora la storia abbia imposto al nostro popolo, è ritratta da Salvemini in modo da rendere perfettamente chiari i motivi di quell'azione e la fatalità dei grami risultati. ... "Sonnino possedeva molte fra le qualità essenziali del grande uomo di gov·erno: la devozione incondizionata al pubblico bene, il senso del dovere, la tenace volontà, la fede in se stesso, il coraggio della responsabilità. " Gli difettava l' ingegno. E quelle magnifiche doti morali messe agli ordini di una intelligenza ottusa ed anchilosata non erano più buone qualità; diventavano cause d' insuccessi n· Sonnino si era formato intellettualmente nell'ammirazione per la Germania di Bis1nark oltre che per l'Inghilterra, quale appariva nell'epoca in cui costituiva l'India ad impero, occupava l'Egitto e sedeva arbitra al congresso di Berlino. "Per spiegare tutta la vita pubblica di Sonnino occorre risalire all'esempio di Benjamin Disraeli lord Beaconsfield che certamente impressionò profondamente la gioventù dell'uomo politico italiano, egli pure essendo israelita assimilato e nobilitato ,,. Le riforme sociali si combinarono con la politica estera espansionista nello spirito di Sonnino, che denunciava le miserie della Sicilia nel' 1876 come in quello di Beaconsfield che nel 1845 descriveva in romanzi la miseria del popolo di Londra. Ammirando con uguale riverenza la Germania e l'Inghilterra, Sonnino " detestava la Francia che aveva avvelenato la gioventù agli uomini della sua generazione con la conquista di Tunisi n· Odiava le " ideologie democratiche; non sapeva che farsi del " cosidetto principio di· nazionalità" come lo chiamava, burlandosene, il marchese Imperiali, ambasciatore a Londra, nel suo carteggio con il Ministro Sonnino. " La differenza fra il realista di buon senso e il realista deficiente sta in questo: il primo non prende sul serio nessuna ideologia ma si tiene BibliotecaGino·Bianco
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