La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

LA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL FASCISMO 239 particolari fatiche dei 18 Soloni che ebbero assegnato - dal partito prima, poi da un decreto Ministeriale - detto compito. Il valore della prima riforma elettorale era in ciò : che rovesciava i rapporti tra il Governo e il Parlamento, trasformato questo in organo pura1nente consultivo ed in strumento della volontà governativa. II rovesciamento non ledeva lo spirito dello Statuto albertino - nel quale il potere esecutivo trova una considerazione speciale - ma ledeva profondamente le consuetudini parlamentari. Era oramai pacifico che un voto del Parlamento, se non risolvere una crisi ministeriale potesse sempre determinarla. E in questa facoltà era tutto il prestigio del Parlamento il quale veniva in tale modo a tenere in mano le sorti di quel potere esecutivo dal quale tuttavia era uscito e di cui era la espressione politica. In fondo il potere esecutivo non correva rischio alcuno di bruschi passaggi : solo si trattava di determinare la rotazione nelle cariche del potere degli uomini - spesso di alcuni pochi uomini - della stessa classe politica. Non ostante le innumerevoli crisi ministeriali, dal 1902 al 1914 il potere esecutivo ebbe il suo esponente sempre nella stessa persona: Giolitti. Anche quando egli 11.onc'era ! La storia politica italiana è la ~toria di alcuni uomini che a lunghi intervalli si succedono nella direzione del potere, per esaurimento fisico non già per sit'uazioni mutate. È dopo la guerra che la tradizione s' interrompe, che la classe pòiitica stenta a trovare il suo uomo e il giuoco parlamentare - per la pressione degli appetiti aumentati, delle classi più numerose che vogliono salire e delle poco tneditate concessioni elettorali - incomincia a imbrogliarsi. Il sistema elettorale della proporzionale - pur nelle forme imperfette e li1nitatrici nelle quali venne applicato nel 1919 e nel 1921 - consentiva al potere esecutivo un sufficiente controllo delle elezioni. In secondo luogo - nel giuoco elettorale prima, in quello parlamentare poi - sostituiva ali' elemento persona l'elemento politico orga- ·nizzato : il partito, il gruppo politico. Il potere esecutivo si trovò a non poter -disporre di una ,maggioranza parlamentare assoluta e sicJra come per il passato : ~nella soluzione delle crisi i partiti e i gruppi pretendevano di poter pesare coi loro particolari appetiti in proporzione numerica al loro apporto di voti nella maggioranza. Programmi, soluzioni, indirizzo - ciò restava fuori discussione. I governi del dopo guerra non ebbero mèta, si contentavano di vivere. Il Governo fascista mostra in un primo te1npo, praticamente, come il potere esecutivo possa tenere in mano la Camera e farne quello che vuole e come vuole anche quando · questa spiritualmente gli è contro : come qualunque Parlamento sia alla mercè del potere esecutivo - in Italia anche nelle condizioni a questo meno favorevoli. Non perciò il potere esecutivo, poteva non preoccuparsi - dal punto di vista della sua continuità e della sua tranquillità -- degli inconvenienti che si erano verificati nel passato. Ed abbiamo la ragione delle riforme elettorali : due di cui una è apparentemente la negazione dell'altra, in effetti fabbricate ad un- identico scopo . .. Biblioteca Gino Bianco

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