La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

BORGHESIA E PROLETARIATO 259 democrazia e spariva davanti all'antidemocrazia; la borghesia nostra si mostrava una pseudo-borghesia e s'identificava nei fatti con i ceti ereditieri dell'antico regilne. I quali, captato ormai definitivamente il fascismo - con cui avevano in comune stabilmente il 1nito nazionalista, temporaneamente la prassi sovversiva - dichiaratamente marciavano alla conquista e alla distruzione dello Stato liberale. * * * Fascismo, pietra di paragone della borghesia e del liberalismo : chi l'accettava non era nè liberale, nè democratico ; chi vi era impermeabile, non passivamente ma attivamente, cioè chi lo osteggiava e combatteva, quello faceva effettivamente opera di liberale, quello prendeva nelJa battaglia il posto che spettava alla borghesia. La palma, la croce al merito in questa battaglia spetta naturalmente a coloro che al fascismo si sono opposti no·n per difendere i proprii interessi economici e la propria esistenza fisica, ma quelli che han preso posizione contro il fascismo obbedendo a dei superiori imperativi, e sapendo anzi di andar con ciò incontro a detrimenti economici effettivi. A tutta prima parrebbe che questa palma debba spettare solamente a quei borghesi, giornalisti, uomini politici, intellettuali, i quali, mentre avrebbero potuto, per aver in comune con i nuovi trionfatori l'interventismo, i < meriti patriottici >, le origini culturali e politiche, irreggimentarsi coi vincitori decentemente e senza apertamente rinunziare alle proprie idee, invece questo non fecero, anzi si schierarono subito alla opposizione, proprio perchè sentivano che in quel frangente quel che si trattava di difendere non era nè l'interesse nè la vanità propria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ma è giusto dire che proprfo questa élite dell'antifascismo nella democrazia, nella borghesia, si riduca a quei quattro gatti di cui sopra? Si può proprio dire che tutti gli altri antifascisti come individui e come gruppi, se sono all'opposizione lo siano solamente perchè i loro interessi furon lesi dal nuovo ordine di cose, e perchè di libe~tà fu la loro ad essere minacciata e soppressa? Si può insomma dall'antifascismo disinteressato escludere tutte in blocco le masse organizzate dai socialisti e dai popolari, tutto il proletariato politico ? In un primissimo momento certo è. innegabile che l'antifascismo di questi gruppi non fu che necessaria reazione al cosidetto antibolscevismo dei fascisti, non fu in sostanzà che una posizione di legittilna difesa, imposta più dall'istinto di conservazione che da superiori preoc~upazioni ideali. Ma poi ognuno ricorda quante lusinghe e quanti < vieni meco > siano stati rivolti e agli individui e ai gruppi del movimento operaio, ognuno sa che aurei ponti sian stati gittati per quei nemici, i quali, anzichè fuggire, avessero voluto andar incontro ai vincenti; ognuno sa quale rovello - o quale rimorso o quale Biblioteca Gino Bianco

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