BORGHESIA E PROLETARIATO 257 neppure. La tensione degli spiriti che si determinò nel periodo della guerra approfondì sempre più il solco. La guerra che pesò più gravemente che mai sulla borghesia n1edia e sulla minuta, decimò letteraln1_entequesto ceto e lasciò i superstiti rovinati fisicamente spiritualmente ed economican1ente. Intanto la guerra aveva prodotto un'altra conseguenza importantissima: quella di risuscitare, di riconfortare, di creare di nuovo gruppi ceti ordini, che rappresentavano la non mai obliterata sopravvivenza dell'antico regime, e che, vivi ed attivi anche prima del 1914 in altri stati d'Europa, in Italia o non eran rnai esistiti come forze politiche autonome, o eran caduti in letargo, o si eran camuffati e travestiti alla foggia dei tempi nuovi : ognuno intende che io alludo alla grande plutocrazia e all'alta burocrazia, .agli alti circoli nobiliari e militari, a certi elementi del . clericalismo, e ad altre potenze che non nomino : all' antidemocrazia insomma, che dormiente e. assente da noi prima della guerra, ora s'era risvegliata e reclamava urgentemente il suo posto nella vita pubblica, con l'evidente proposito e di dimettere gli eufemismi democratici d'una volta, e di rifarsi a usura del tempo perduto. Poteva - e doveva - far fronte a questo ritorno offensivo dell'antidemocrazia, incarnata negli anzidetti ceti dei « grandi >, la democrazia, incarnata, almeno tradizionalmente e convenzionalmente, nella borghesia, nei ceti n1edi veri e proprii. Perchè questa borghesia potesse assolvere questo suo compito doveva: 1 °) esistere; 2°) essere numerosa e compatta; 3°) avere senso preciso de' suoi doveri e de' suoi interessi, e aver intùito dei mezzi idonei al compimento di questi doveri e alla tutela di questi interessi. La borghesia italiana aveva questi requisiti? Evidentemente no. Non numerosissima nè omogenea prima della guerra, dopo la guerra essa era, se non meno numerosa, certo più eterogenea e più divisa che mai; educazione politica molta non ne· aveva avuta mai, tanto meno ne possedeva ora che tanti de' suoi migliori eran morti e che le sue file· erano improvvisamente state affollate da troppa gente nuova e grezza; assurdo quindi parlare, a proposito di quei ceti, di consapevolezza di missione democratica e liberale, e di intelligenza nel combatter la battaglia contro l'antidemocrazia risorta e infellonita. Posta della battaglia, come sempre in politica, il dominio dello Stato. Armi per il combattimento da parte dell'antidemocrazia: il danaro - soprattutto - e poi l' influenza che essa poteva esercitare su certi organi del congegno statale. Armi per la democrazia: intanto, l'effettivo do1ninio dei congegni statali esercitato da oltre un cinquantennio da elementi sedicenti democratici e borghesi. Ma arma delle armi per una vera democrazia vivente e do1ninante in uno stato moderno liberale basato sul suffragio universale, era, evidentemente, il nunzero. Aveva la borghesia politica in Italia, la democrazia, questo elemento ? Non_lo aveva:· lo andava perdendo prima della guerra, le era venuto· meno quasi del Biblioteca. Gino Bianco
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