Borghesia e proletariato Augusto Monti aveva enunciato in varie riprese su " Rivoluzione Liberale" la tesi che qui ampiamente sviluppa._ I socialisti - il Mondolfo, ad ese,npio, in " Critica Sociale" - si sono a/frettati a dire che si tratta di una tesi paradossale., In·fondo egli non fa che rovesciare il concetto economico di classe per metterlo in rapporto alla funzione politica che alla classe si pretenderebbe assegnare. Se borghesia è liberalismo, è niancata e manca in Italia una borghesia degna di questo nome. Il proletariato, nella- lotta per la libertà, sta prendendo il suo posto : esso è divenuto una vera e propria borghesia, la nuovissima borghesia liberale italiana. In questo senso la tesi di Augusto Monti ha un grande fondo di verità e colpisce. Pone, intanto, un problema: quali, sono le forze sulle quali l'idea di libertà può contare. E allora .... facciamo qualche riserva. Non solo perchè Torino dove il proletariato urbano ha mostrato una sensibilità speciale non è tutta l'Italia, ma perchè sullo sfondo della lotta vediamo profilarsi un movimento più vasto, che ha già avuto i suoi risultati, quello dei ceti rurali, delle /orze veramente sane e produttive di Italia. E ne riparlerenio, in relazione anche a scritti recenti su " problenia delle classi medie »· Guai, del resto, se così non fosse I Le possibilità liberali sarebbero per VItalia molto lontane. Richiamiamo ad ogni modo l'attenzione dei lettori sullo scritto originale e interessantissimo, per quanto mu'tilato, di Augusto Monti. Dicevamo una volta altrove che gli avvenimenti del decennio t9141924 hanno agito sulla borghesia italiana del principio .del secolo XX0 nello stesso' senso in cui sulla borghesia d' Italia della fine del settecento agirono gli avvenimenti del periodo 1796-1804: nel senso cioè di scinderla, disturbarla, di esaurirla. Lo scoppio della guerra europe~, ponendo per l' Italia la questione dell'intervento o della neu1ralità, cominciò con dividere la borghesia nostra: coloro che erano o si sentivano figli dei Cavour dei Mazzini dei Garibaldi furon in massima per l'intervento, invece i figli di nessuno, o meglio, i figli delle loro opere, in massima, furono per la neutralità. E se gli uni avevan ragione, gli altri· non avevano torto ; perchè per i primi si trattava essenzial1nente di saldare un conto che i loro padri ·avevan lasciato insoluto ; gli altri, che non avevan storia, che non avevan eredità passiva da .liquidare, non volevan saperne, si capisce, di ·far fronte ad impegni che altri aveva assunti quando il loro nome non esisteva Biblioteca Gino Bianco
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