La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

... RINGIOVANIRSI l 255 movimento della gioventù non è discutibile, ed è per questo appunto che ha sbaragliato tutte le correnti conservatrici, a cui si è sostituito. Ma è falsissimo, (come esso pretende e co1ne bisogna negare sempre se non lo si vuole consacrare invincibile) che esso rappresenti tutta -la giovane generazione del paese. Allo stringere dei conti, e la sua politica di durissima compressione Io prova, esso non è riuscito a cancellare, nè le distinzioni di classe, nè le distinzioni di principii e di tendenze ideali. Intorno al partito comunista e a quello massimalista il giovane proletariato si stringe, come, trent'anni fa, si stringeva ai primi socialisti oggi volgenti alla democrazia. Anche negli altri ceti l'opposizione si va diffondendo : essa è però poco profonda ; non giunge nonchè alla azione, neanche a una abbastanza precisa formulazione di sè. Le manca, appunto di essere assunta ordinata, resa cosciente della propria forza attraverso i partiti politici, che hanno, precisamente, questo scopo. Essi debbono venir aperti, senza riserve e senza puntigli, alle giovani forze; è questo il sacrificio che, in tutti i partiti ma sopratutto in quelli di democrazia avanzata, si domanda ai vecchi dirigenti. Questi debbono dare, netta, la sensazione che le nuove forze non saranno sottoposte a una stagionatura e a una esosa cooptazione da parte degli anziani, che ne allenta, inevitabilmente, gli stimoli all'azione. La lotta contro il fascismo, anche contro il fascismo disarmato, esige purità di mezzi: anche l'età ne è uno ; è forse essenziale. E, dentro ai quadri dei vecchi partiti, che in fondo, esprimono tutte le possibili esigenze ideali di un popolo civile, è agli · appartenenti' alla gioventù che si avanza, che deve essere fatto il posto che loro spetta. N. MASSIMO FOVEL La nostra rivista, pure essendo lietissima dell'assidua collaborazione del Fovel, ha molto spesso fatto seguire i suoi articoli da note di riserva e di critica, perchè il nostro punto di vista è molto distante dal suo: oggi invece possiamo dichiarare con piacere che l'idea in/ormativa del suo articolo è pienamente condivisa da noi. Le giovani generazioni non possono accettare come guida nè Giolitti nè Turati, espressioni di mentalità superate; la scarsa eco che l'Aventino ha nel popolo dipende essenzialmente dal fatto che a dirigerla sono dei vecchi con vecchie idee; pur rispettando la canizie, i giovani del dopo guerra non possono accettare come capi g·li esponenti di una situazione superata, nei suoi uomini e nelle sue idealità. Bisogna che si facciano avanti i giovani con nuove idee, con una maggior prontezza di intuizione e con una maggiore scioltezza di movimenti, e sopratutto con una nuova attitudine a intendere la realtà. Giovani di fronte giovani, senza impacci di formule e di tradizioni. Noi, dal nostro canto, abbiamo la coscienza di portare un contributo nostro specifiço a queste nuove necessità, e vorremmo che la gioventù comprendesse quanto di fresco e di vitale è nella nostra concezione e ci seguisse. La migliore propaganda dei nostri principii si fa diffondendo la CRITICA POLITICA. BibliotecaGino Bianco _

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