La Critica politica - anno V - n. 5 - maggio 1925

'232 LA CRITICA POLITICA articolo fu enorme. Vi si è vi sto un invito al compromesso, un tentativo di sgretolamento dell'Aventino, quasi ·una manovra combinata coll'altra parte. La reazione nel campo delle -0pposizioni fu tanto più pronta ed energica in quanto la stampa fascista .annunciava da qualche giorno un colpo di scena nel seno delle opposizioni. La tesi dell'on. Bonomi corrisponde perfettamente alla sua mentalità collaborazionista e riformista ed è da escludere che le sue intenzioni fossero quelle che gli si vollero attribuire. Tuttavia i fascisti cercarono di farlo credere. L'Epoca dell' 8 maggio - dopo che il Comitato delle opposizioni parlamentari ebbe riaffermata la necessità della tattica aventinista - arrivò addirittura a parlare di un " tentativo fallito ,, e, sotto questo titolo, ne scriveva cosl: "Il tentativo dell'on. Bonomi di far mutar tattica all'Aventino è ormai fallito. Forse l'ex presidente del Consiglio è stato troppo precipitoso facendo indovinare subito la realtà degli scopi a cui egli mirava che erano sostanzialmente quelli convincere alcuni gruppi dell'Aventino a ritornare alla Camera per patteggiare col Governo nazionale una qualsiasi pacifica• zione sulla base di certe rinunzie che il Governo stesso avrebbe dovuto fare circa la riforma costituzionale e le leggi sulla stampa e sulle società segrete. , Possiamo assicurare che il Governo non s'è 1nai preoccupato e non ha mai attribuito troppa importanza a questi progetti dell'on. Bonomi il quale tuttavia, animato da certa sua malintesa buona volontà di servire gli interessi della Nazione, ha tentato di attuarli, contando sul dissenso fra i social-democratici della tendenza Giuffrida, di Cesarò e di parecchi unitari. Naturalmente l'Aventino non. poteva accedere, pur non avendo esso una chiara idea del suo significato e della sua funzione politica, a simile concezione perchè ciò facendo avreb- ~be rinunziato all'iniziativa della proBiblioteca Gino Bianco pria azione diventando da attore del contrasto da cui dipende ogni futuro svolgimento della vita italiana, un semplice strumento a servizio di una terza forza nemica sia dal fascismo che dell'Aventino . . I primi ad acc.orgersi_ di questo pericolo sono stati quegli stessi aventinisti social-democratici che avevano manifestato la prima v:olontà di ~~tar rotta e di passare aH'ope_ra positiva 1n contrasto con quelli 1 quali ritengono che l'Aventino sia ancora il fulcro di tutta la politica anti-fascista. · Infatti gli stessi seguaci di Giuffrida e di Cesarò hanno già rinunziato ai loro tentativi di fronda dichiarando agli altri secessionisti, che, per ora almeno, non ci sono le condizioni psicologiche e pratiche atte a giustificare e a rendere fruttifero, ai fini dell'antifascismo, un ritorno dell'Aventino in Parlamento n· Una dichiarazione dell'Aventino. L'impressione e le discussioni suscitate dal " caso Bonomi " spinsero il Comitato delle opposizioni parlamentari a riunirsi d'urgenza e a dire subito qualche cosa. Per la storia ecco, su questa riunione, il comunicato dato alla stampa dal Comitato delJe opposizioni: " Il Comitato, udita la relazione dei rappresentanti dei vari partiti, si è trovato unanime oel riconoscere che non vi è luogo a deliberare qualsiasi modificazione dell'atteggiamento sinora tenuto. " Contrariamente alle critiche, suggerite ad alcuni da generosa impazienza e ad altri dalla insofferenza di una lotta necessariamente lunga, la secessione aventiniana si rivela ogni giorno più come il solo atteggiamento che poteva rendere possibile, e che di fatto ha reso possibile, in regime di progrediente soppressione di ogni libertà, la protesta ideale e la ricostituzione di una resistenza. Tanto è vero che il fascismo è sospinto dalla stessa opp.osizione aventiniana ad accentuare il proprio carattere essenziale di regime reazionario preparando cos\ esso stesso le condizioni storiche del proprio supe-

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