J NOTE E COMMENTI La mossa di Bonomi. Poche note e pochissimi commenti questa volta. Non perchè gli argomenti manchino. Per una ragion~ di prudenza visto che, nonostante il nostro sforzo di essere obiettivi, non c'è riuscito nei numeri scorsi di non urtare colla suscettibilità dei nostri . censon. Incominciamo dall'articolo dell'onorevole Bonomi, che è stato l'argomento delle maggiori discussioni nell'uno e nell'altro campo. L'on. Ivanoe Bonomi, in accordo coi suoi amici i quali costituiscono una frazione distinta dell' Unione Nazionale Democratica, ha creduto di dover riprendere le pubblicazioni del settimanale L'Azione· per sostenere un particolare punto di vista e in conformità di esso una determinata azione nel seno delle opposizioni. Il pensiero dell'ex-presidente del Consiglio era esposto nell'articolo programma del giornale nel modo seguente. " Due compiti spettano agli elementi politici che - al di fuori del partito al potere - intendono agire sull'opinione pubblica del Pae~e. L'un.o è la revisione critica della tattica di cotesti elementi, l'altro è la precisazione delle propie finalità e dello spirito con cui queste finalità si perseguono. Rivedere assiduamente il proprio atteggiamento è canone di saggezza. In un tempo cos} eccezionalmente dinamico nel quale, non solo mutano le situazioni, ma si trasformano ed evolvono anche i partiti più ligi alla tradizione, l' immobilità ostinata in un atteggiamento o in una formula sarebbe errore gravissimo. Ma perchè queste revisioni siano proficue Biblioteca Gino Bianco occorre siano discusse apertamente,. e siano frutto non di improvvisaziona ma di maturata persuasione ,,. Dopo alcune considerazioni sulla. necessità di precisare finalità e programmi, l'on. Bonomi contiduava: " L'ora attuale esige questo duplice esame. La battaglia politica è oggi giunta. ad un punto nel quale fatalmente diventa statica. Il fascismo che ha nelle. sue mani tutti gli organi e gli strumenti dello Stato, non è ancora riuscito a concludere nella pace la sua vittoria. Rimane come un esercito ' vittorioso che non disarma perchè: crede di essere minacciato dall' insurrezione dei suoi avversari. Ad ogni momento, esso fa squillare la sua diana e si dichiara pronto a schiacciare i suoi nemici. Questa psicologia di guerra determina µna pericolosa esasperazione che risuscita, in. talune atmosfere passionali, vecchie romantiche illusioni intorno all'efficacia della violenza a risolvere complesse situazioni politiche. E ad ogni· azione corrisponde una reazione,. creando cos} una catena ininterrotta di cause e di effetti di cui soffre, in definitiva, tutto il Paese, che per tal modo non può trarre ogni possibile profitto da quel ritmo di ordinato lavoro, che è conquista indistruttibile di questi ultimi anni. Intanto, mentre una grossa parte delle opposizioni rimane sull'Aventino, grandi problemi, quali l'ordinamento dello Stato, la disciplina della. stampa, l'assetto della finanza, le rap-_ presentanze sindacali, vengono affrettatamente affrontati. Ma nella assenza degli uni e nella solitudine degli altri tali problemi stanno per· essere risolti senza il controllo, la critica e quindi la collaborazione di . tutte le lunghe esperienze e le maturate opinioni »· L' impressione suscitata da questo. t } I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==