TERRA E LAVORATORE 227 cato di lavoro che lo alletta gli è anche impedito come una lusinga~rice promessa irraggiungibile. L'America, la terra che, per tradizione e per la speranza di trovarvi propri connazionali, rappresentava per lui l'unica meta designata, lo respinge. Ed ora consideriamo la posizione del contadino in questa nuova formazione di cose. Egli è costretto nei limiti ferrei della propria regione, accerchiato da tutti i mali che abbiamo sommariamente elencati, preso in mezzo in una stretta soffocante, curvato verso la terra che lo vuole schiavo di sè. Conosce e valuta il proprio tornaconto e deve operare ·contro di es- . so, comprende i principi economici più elementari che dovrebbero presiedere alla propria attività e deve inevitabilmente calpestrali : ecco la situazione del contadino del mezzod}, ridesto alla vita del mondo, collocato per virtù propria o altrui su una base psicologica media ed universale. Il dissidio ha in sè gli elementi più crudi di una spaventosa tragedia sociale. Non una via di uscita, non una valvola che possa impedire alla caldaia congestionata Io scoppio violento. CONCLUSIONE A questo punto la nostra indagine deve arrestarsi. Rilevato lo stato di fatto nella sua base e nelle sue origini economiche, non è pç>ssibile procedere se non per ipotesi. Quanto si è detto, però, si presta a determinare alcune proposizioni conclusive, le quali si legheranno da se stesse, per ragioni di derivazione, a ciò che precede. Ammesso che il contadino sia l'arco di volta dell'economia meridionale, esso non può più restare estraneo alle numerose questioni che Io interessano, e che _non possono risolversi senza il suo diretto impulso. Ma per rendere il lavoratore atto ad essere investito dei suoi stessi problemi, bisogna svegliare e formare sempre più in lui quella mentalità economica di cui manca, fare del lavoratore, quanto più è possibile, un homo mconomicus. Compito degli studiosi e dei cultori del meridionalismo dev'essere dunque quello di ricondurre al contadino, sotto l'aspetto economico, la conoscenza elementare di tutti i problemi che lo interessano, di tutti i diritti che può vantare come uomo e come italiano, e che gli vengon negati. · Bisogna, insomma, dando al contadino la coscienza comparativa del proprio stato, ed in lui esasperandola, far sorgere e potenziare con mezzi di ogni sorta quel dissidio di cui abbiam detto e che, nella sua rude crudezza rappresenta, intrinsecamente, la situazione ideale per interessare il contadino ed, estrinsecamente, il limite insuperabile per i secolari temporeggiamenti. Raggiunto il contadino (e l'attuale momento sembra .parBiblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==