TERRA E LAVORATORE 223 sano la Basilicata, secchi per gran parte dell'anno, straripano nel restante periodo, sotto . l' influenza di un clima inclemente ed irregolare, disperdendo il poco humus che copre lo strato infecondo, impaludandosi qui e n nelle anfrattuosità del terreno, e costituendo sempre nuovi fomiti di germi patogeni e malarici. Pur cos) poco allettatrice, la terra potrebbe soggiacere al potere dell' uomo, che in Basilicata - e nel mezzogiorno in genere - è tenace e sobrio e rotto alla fatica, se appena l'opera delle braccia pot~sse essere confortata dall' uso di atrezzi meccanici. Ma, - se si eccettuino le più elementari, che, per la loro semplicità, poco sollievo apportano ali' opera ~ell' uorno - nessuna macchina può impiegarsi ~on vantaggio nelle terre di Basilicata, fortemente ondulate, anfrattuose e scoscese. Questa, descritta appena appena, per ciò che l'occhio può percepire, 1a materia prima di cui dispone il lavoratore agricolo del mezzogiorno. Chi viva qui, in Lombardia, e sia uso a vedere i bei piani, i sereni piani lombardi, sempre freschi, sempre verdi, sempre umidi, perennemente grassi ed esuberanti di fecondità, che, a guardarli, lasciano l'occhio pago ed il cuore contento, difficilmente può farsi un'idea dello spettacolo angosciante che offrono alcune zone della Basilicata I Ma bastano le poche cose dette, per comprendere come il contadino di Basilicata dovrebbe considerare il suo lavoro, la sua terra. Lenormant, unico forse, percep) giustamente e riassunse con espressione scultorea questo rapporto : < L'agriculteur est ici un soldat qui Iivre un combat en règle contre les influences hostiles de la nature >. Il contadino e la natura : due nemici fierissimi continuamente impegnati in una loita impari, in cui più spesso la gigantesca natura ha ragione del pigmeo temerario : il lavoratore. LE ALTRE CAUSE SFAVOREVOLI In queste condizioni è chiaro che il contadino meridionale, da un punto di vista strettamente economico, non trova alcun tornaconto nel1' impiegare la propria opera. Tanto più che, mentre alcune cause naturali sminuiscono l'efficienza della terra, altre agiscono direttamente sul lavoratore e ne riducono il potere di lavoro. Prima fra tutte, la malaria, principale apportatrice di miseria e di lutti nel Mezzogiorno d' Italia. Basti ricordare che dal 1887 al 1914 la Basilicata si è conteso con la Sardegna il triste primato nella mortalità per febbre malarica· e cachessia palustre. Una sola cifra : nel 1915 furono denunciati in Basilicata circa 10.000 casi di malaria. E si badi che denunciati, per l'organizzazione statistica della . regione, non può significare verificatisi. < La malaria acchiappa gli abitanti per le vie spopolate e li inchioda dinanzi agH usci delle case scalcinate dal sole, tremanti di febbre sotto ... iblioteca Gino Bianco
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