220 LA CRITICA POLITICA o lasciare che il Comune vada pure in malora purchè la finanza dello Stato si salvi? Tanto quello finanziario dello Stato come quello dei Comuni sono due problemi gravissimi che non possono, assolutamente, essere posti in antitesi: debbono, invece, essere risolti in armonia. Che l'on. De Stefani, impegnato personalmente come Ministro a risolvere il problema particolare dello Stato, non si preoccupi che di quello, a costo di pregiudicare o di rendere più difficile la soluzione dell'altro, che egli cioè sia tutto preso dalla soluzione del suo compito e voglia arrivarvi magari passando sopra ai Comuni, noi ce lo spieghiamo benissimo. È umano che egli voglia legare, intanto, il suo nome ad un resultato ! Ma la vita della nazione non è separabile. Se per la nazione lo Stato è molto, anche i Comuni sono molto. L'uno come gli altri rispondono ad una funzione altrettanto importante e necessaria. Se lo Stato ha preso sviluppo ed è entrato sempre più direttamente nella vita economica della Nazione, i Comuni hanno pur essi continuato a costituire centri di attività e di vita in costante progresso. Che essi non si siano arrestati nel loro sviluppo, nonostante le limitazioni che lo Stato intervenne via via a porre alla loro attività, è una dimostrazione della utilità e della necessità della loro funzione. La civiltà moderna ha reso più alto e complesso il compito dell'Ente locale: compito economico, sociale, igienico. Il Comune non può più essere un semplice ufficio di anagrafe o un passacarte burocratico; all'ombra del suo campanile ferve la vita, si moltiplicano gl' interessi> si sprigionano iniziative. Esso vive, vuol vivere, deve vivere. Questa volontà di vita è maggiore, dove il progresso è stato maggiore e il livello della vita sociale si è maggiormente elevato. Ed ecco la ragione della insolidarietà e del contrasto fra Comune e Stato. Torglierla di mezzo, risolvere il contrasto in una nuova armonia, conciliare il bisogno di autonomia che si generalizza nella unità della vita nazionale - è il solo vero grande problema politico dell'epoca moderna. Intanto la realtà opera per suo conto - al di fuori degli oppositori per principio - anche sui fascisti. Prendiamone nota. L. SPERANZA Il Prefetto della Provincia di Roma Visto il Regio decreto legge 15 luglio 1923 n. 3288, visto l'art. 3 del R. D. L. 10 luglio 1924 n. 1081, considerato che nel 5° anno n. 4 in data 25 aprile 1925 della rivista Critica Politica sono inseriti articoli atti ad inasprire gli animi con pericolo di turbamento per l'ordine pubblico ; Visto l'art. 2 lettera a, del citato R. D. L. 15 luglio 1923 n. 3288; Visto l'art. 3 della Legge Comunale e Prov~nciale T. U. 4 febbraio 1915 n. 148. Ordina l' immediato sequestro di tutte le copie della rivista CriticaPolitica n. 4, anno V, in data 25 aprile 1925 stampato a Selci e edito a Roma. Il sig. Questore di Roma è incaricato della esecuzione della presente ordinanza. Roma, 8 maggio 1925. - IL PREFETTO Biblioteca Gino Bianco
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