La Critica politica - anno V - n. 5 - maggio 1925

218 LA CRITICA POLITICA cosicchè, non s1pendo sempre distinguere l'origine del tributo, confondono le imposte del Governo con quelle del comune e non nascondono il loro vivo mal- -contento per una spoliazione, che non concede neppure le elementari comodità del vivere civile. Questa situazione - conclude l'on. Balbo - non può durare. Non è un'avversario, che te lo dice. Sono proprio io che getto il grido di allarme, non soltanto in nome della Confederazione fascista degli enti autarchici che io stesso ho fondata, ma in nome del fascismo, per il quale tu hai dato il meglio della tua vita ». Quasi contemporaneamente l'on. Igliori, delegato fascista nell'Associazione nazionale dei Comuni, ha detto, in una intervista al Popolo d'Italia, le difficoltà che incontra l'Associazione stessa a « contenere e moderare le manifestazioni delle organizzazioni provinciali, indotte ad agitarsi dal disagio creato dai provvedimenti finanziari alle Amministrazioni comunali italiane, le quali, messe nella impossibilità di attuare anche in minima parte un programma fascista per il risveglio e l'incremento della produzione nazionale, avrebbero voluto con una serie di « ordini del giorno » far presente al Governo ed esporre alla pubblica opinione la loro disapprovazione alla politica finanziaria del Ministero competente, nei riguardi degli Enti autarchici locali ». Di cosa si lamentano i rappresentanti delle Atnministrazioni locali? Che ·siano state ridotte, per esser passate allo Stato, le fonti di entrata degli Enti locali e di avere nello stesso tempo addossato ad essi nuove e maggiori spese. Economie I dice ai Comuni il Ministro delle Finanze. E l'Associazione dei Comupi risponde che praticare le economie più rigide è giusto e lodevolissimo ; ·« ma non può dimenticarsi che anche le economie hanno un limite, che molti comuni piccoli hanno già ridotto le loro spese ad un punto oltre il quale è loro impossibile scendere, che sui Comuni medi e grandi incombono oneri gravissimi _per un soddisfacente funzionamento dei pubblici servizi, sicchè anche il più parshnonioso amministratore delle finanze si trova, spesso, nell' impossibilità di resistere, non tanto alle vive richieste dei colleghi e dei consigli, quanto alla pressione delle necessità ». La stessa Associazione dei Comuni volle poi procedere ad uno studio accurato del problema finanziario e dira1nò a tutti i Comuni un questionario che permettesse di raccogliere i dati più importanti dei loro bilanci. I risultati di tale inchiesta troveranno ampia e certo interessante illustrazione in uno studio affidato agli avv. Ugo Giusti e Santino Veratti i quali hanno già pubblicato la prima parte del loro lavoro (1). Comunque, per quanto riguarda la situazione generale dei Comuni, essi sono già stati sinteticamente esposti dal dott. Ugo Corti, assessore per le finanze del Comune di Firenze, in una relazione al Convegno dei Comuni capiluogo di provincia e di circondario tenutosi nel novembre dello scorso anno. Riproduciamo quanto egli riferisce: .e A tale questionario (quello diramato dall'Associazione dei Comuni) hanno risposto circa 3500 Comuni : il che è prova dell' interesse vivissimo che desta la questione. « Molti fra di essi, nel restituire il prospetto hanno aggiunto considerazioni intorno alle condizioni loro e alle preoccupazioni che li assillano, hanno aggiunto esemplificazioni, espresso giudizi, fatte osservazioni e proposte. La lettura di tali considerazioni che provengo~o da Comuni piccoli, medi e grandi, da sindaci (1) Uoo GIUSTI - SANTINO VERATTI: / bilanci comunali nell'anno 1924 (I: Le fonti di reddito). - Relazione al Convegno dei Comuni Capiluogo di provincia e circondario, novembre 192-i. BibliotecaGino Bianco

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