210 LA CRITICA POLITICA . miche ed irreconciliabili, e saprà darsi un libero ordinamento, che a tutti i fattori della ricchezza nazionale permetta di esercitare la sua influenza nella vita politica e che veramente contemperi in una superiore idealità le divergenze di interessi e di idee. Gli oscuramenti non possono essere che fenomeni transitorii in un popolo, che avendo la virtù della disciplina agile e intelligente vinse la sua guerra e che avendo le virtù del lavoro e del risparmio sa accumulare ricchezze feconde. In questo popolo non si può non avere fede per il domani: anche quando non si scorga chiaramente la via· da seguire e tutte le apparenze cospirino a far credere che difficoltà gravissime si oppongano alla realizzazione delle nostre speranze, bisogna proseguir.e nell'opera educativa, con la sicurezza che questo popolo la sua via saprà trovarsela. Nell'anniversario dell'inizio di una lotta, che fu piena di asperità e di sacrificii ma fu coronata dalla vittoria, è doveroso ripetere l'atto di fede nelle virtù del popolo italiano, e riaffermare contro ogni scetticismo la sicurezza che si giungerà a vedere un' ~talia pacificata nel lavoro produttivo e ordinata in civile reggimento, con libere istituzioni che a tutti co11sentano di portare il proprio contributo di pensiero, di critica, di azione per la sua maggiore grandezza. Questa Quarta Italia, che sognammo nelle trincee, noi la vedremo, fulgida e grande, e in nome di essa proseguiamo l'opera nostra senza scoraggiamenti. FEUERBACH PESSIMISMO STERILE E CRITICA FECONDA Giovanni Ansaldo ha scritto un articolo sul Lavoro: "Pessimismo sterile" .. Se ne è discorso; ne discorreremo pure noi. " C'è - osserva Ansaldo - una singolare tendenza in alcuni uomini e gruppi di opposizione : quella di fare il processo ai compagni, anzichè agli avversari, e a tormentare se stessi con la disamina degli errori tattici commessi. L'errore, il solo errore che possa imputarsi agli uomini di opposizione - ma di cui essi sono i meno responsabili - è di avere sopravalutato il carattere dell'Italia e degli italiani, di aver pensato di poter far sentire le esigenze della libertà moderna ad un popolo di scarsa educazione politica come l'italiano. " Siccome l'osservazione potrebbe riguardarci in quanto fummo e siamo critici della tattica delle opposizioni, rispondiamo che l'errore fondamentale delle opposizioni parlamentari fu - a nostro avviso - di non aver avuto su/ficiente fede nel popolo italiano, di averlo tenuto da parte, in seconda linea, considerandolo come un elemento di parata piuttosto che come elemento base, di manovra. Ansaldo finisce col concludere che per ora col popolo italiano non c'è nulla da fare e da sperare. Bisogna attendere e trovare intanto una base pratica di resistenza e di propaganda che possa essere usata per un periodo che si può prevedere lungo, sperare nei giovani, in quelli " che ora vanno a scuola e che domani vorrantJ,o, come è costume dei giovani, prendere d'assalto il mondo ". Noi siamo meno pessimisti. Speriamo nei giovani di domani e diciamo che bisogna pensare ad essi, ma speriamo e contiamo anche sugli italiani di oggi. E chiediamo che ci si conti I Biblioteca Gino Bianco
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