XXIV Maggio Nel decimo anniversario della dichiarazione di guerra teniamo a riaffermare quei sentimenti e quei principi, che ci fecero accettare serenamente la grande· prova e porre tutte le nostre energie a disposizione della Patria per la sua Vittoria. Si trattava per noi di raggiungere i termini sacri dell' Italia, riabbracciando i fratelli di Trento e di Trieste : si · trattava per noi di difendere in Europa le istituzioni liberali (Contro la mentalità militarista e sopraffattrice della Germania, la civiltà latina fatta di equilibrio e di buon senso contro la cultura tedesca, rigida e g~ffa nel suo assolutismo. Credemmo allora nelle inesauribili risorse della vecchia stirpe italiana dalle molte vite, e avemmo fede nella Vittoria finale, che sarebbe stata raggiunta attraverso le prove più dolorose. Durante i tre anni· e mezzo della guerra mai perdemmo la fede nella Vittoria, .e quando questa finalmente baciò il tricolore italiano sentimmo l'orgoglio dello sforzo compiuto e la fierezza della meta raggiunta. Le varie· vicende di questi anni del dopoguerra, cosl pieni di eventi, non ci fanno sorridere scetticamente degli ideali in cui credemmo ; vi crediamo anche oggi fermamente, e con fede profonda attendiamo l'alba di una Quarta Italia che, maturata attraverso dure esperienze, sia esempio al mondo di una civiftà più alta, più serena e più umana. L) Italia ha la sua forza incrollabile nel popolo : la sobrietà, la tenacia lavoratrice, la agilità delle intelligenze, l'attitudine a piegarsi alle circostanze per poi dominarle sono virtù comuni fra gli italiani, e assicurano il progressivo incremento della ricchezza nazionale, premessa necessaria di ogni ulteriore sviluppo della nostra civiltà. Le vicende politiche, che pib fermano l'attenzione dei lettori di giornali, sono fenomeni superfi- · ciali e di scarsa importanza, di fronte a questo oscuro e quotidiano lavor}o del popolo italiano, che accumula risparmii, amplia le sue industrie, i_ntensifica la sua agricoltura. In questo faticoso lavorlo, dall'evento bellico non interrotto e nel dopoguerra intensificatosi, è la preparazione del domani d'Italia; da esso noi traiamo la fede per attendere l'alba invocata, senza farci vincere da sconforti e da incertezze. Questo popolo italiano, che seppe vincere la durissima prova della guerra malgrado tutti gli errori, e che oggi tenacemente lavora e risparmia, dando nuovo impulso alla sua industria an~ica - l'agricoltura -; non può non superare le difficoltà odierne : esso saprà levarsi al di sopra dei rancori partigiani, che vorrebbero dividerlo in due fazioni nes·blioteca Gino Bianco
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