La Critica politica - anno V - n. 5 - maggio 1925

LA QUESTIONE DEL CAMBIO E LA RESTAURAZIONE NAZIONALE 207 Ma, se i popoli a moneta non deprezzata non possono esportare facilmente i loro prodotti, essi hanno un grande interesse ad importare, poi- ~hè, grazie al. cambio, non pagano gli oggetti che un quarto ed un terzo del loro valore. È così che molti stranieri, durante il periodo dell' inflazione, hanno potuto acquistare in Germania per prezzi irrisorii immobili ed officine importanti ( 1). Le ripercussioni delle variazioni del potere d'acquisto d'una moneta nei diversi paesi non si esercitano solamente nel commercio, ma anche nelle relazioni fra popoli. Per questa ragione fino a due anni fa gli Italiani avevano invaso la Germania, ora sono i Tedeschi che scorazzano l' Italia. * * * · Una delle conclusioni, alla quale si arriva è questa: che tutti i paesi a 111onetadeprezzata hanno vantaggio ad esportare e non ad importare ; i' interesse dei paesi a moneta non deprezzata è invece d'importare e non di esportare. Disgraziatamente queste .due operazioni, importare ed esportare, essendo complementari l'una dell'altra, non possono isolarsi. Un popolo che si limitasse solamente ad esportare o solamente act importare sarebbe presto rovinato. È precisamente perchè nella 1naggior parte della nazione non esiste più l'equilibrio fra le itnportazioni e le esportazioni, che il disordine finanziario è generale. Secondo una statistica pubblicata poco fa, a cura del Ministero delle Finanze, l'Italia ha esportato nel 1924 per 14 miliardi e .320 milioni, mentre ha importato per 19 n1iliardi e 411 milioni. Di maniera che l'eccedenza delle importazioni sulle esportazioni è di 5 miliardi e 92 milioni. Alcune nazioni non possono esportare sufficientemente, perchè il valore della loro merce si trova triplicato e quadruplicato per la perdita nel cambio, altre non possono importare precisamente in ragione di quest'elevamento del prezzo. · Come si risolverà questa situazione ? · Io penso che le questioni di moneta perderanno ogni importanza nel momento in cui le quantità di merci da scambiare saranno in quantità sufficiente da ristabilire l'equilibrio fra la produzione ed il consumo. La moneta fiduciaria non sarà più allora che un segno convenzionale analogo ad uno chèque o ad una quietanza. È evidente per esempio, ~he s' io mando ad un negoziante straniero una certa quantità di ferro pagabile con una quantità corrispondente di grano al corso del mercato mondiale, ogni operazione di cambio svanisce. (1) 11fenomeno dipende essenzialmente dalla rischiosità dei prezzi; le oscillazioni nei prezzi delle merci, e specialmente in quelli dei beni stabili, non seguono automaticamente le oscillazioni dalla moneta: per legge d' inerzia si seguita a vendere ai vecchi prezzi anche quando la potenza di acquisto della moneta è variata in più o in meno. - (n. d. r.). Biblioteca Gino Bianco

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