La Critica politica - anno V - n. 5 - maggio 1925

• INCOGNITE MONETARIE 201 l'ampliamento di industrie esistenti esclusivamente fondati sulla possibilità di larghe anticipazioni bancarie. Nè d'altra parte si possono disconoscere i vantaggi che da un lungo periodo di prezzi moderatamente crescenti possono derivare all'economia de.I paese. Se infatti un periodo di svalutazione tumultuaria della moneta è causa di profondi turbamenti sociali e di disorganizzazione della produzione, un aumento moderato, lento e quasi continuo dei prezzi costituisce lo stimolo più efficace all'ampliamento ed alla moltiplicazione delle imprese, all' incremento di tutte le attività produttive, alla intensificazione degli scambi. Il rischio inevitabile, che è inerente ad ogni impresa economica, si affronta con molto maggiore coraggio quando una sicura tendenza al rialzo moltiplichi le probabilità di guadagno. Chi dunque fosse sicuro di poter contenere entro limiti ben determinati la progressiva svalutazione della lira, potrebbe anche non dare grande importanza ai legittimi lamenti delle massaie, dei rentiers, degli impiegati, di tutta in genere la popolazione a reddito fisso, e tenere invece in maggior considerazione l'aumento della produzione, da cui finirebbe per derivare una maggior ricchezza ed un maggior benessere della nazione. Ma il guaio è che questa sicurezza di mantenere sempre il dominio dei prezzi sulla circolazione nessuno può averla. L'esempio della Germania offre un monito impressionante contro le facili illusioni e gli ottimismi eccessivi: per tre anni il marco è disceso lentamente fino a perdere i due terzi del suo antico valore. Oltrepassato quel punto, il precipizio si è fatto più rapido e poi cos} vertigin·oso, che nessuna forza umana sarebbe valsa a trattenerlo. La situazione dell' Italia d'oggi non è per fortuna paragonabile a quella della Germania nel 1922 : manca per noi l'urgenza di dover provvedere ad ingenti pagamenti all'estero che non siano bilanciati da una contropartita, e manca sopratutto in nostro confronto - e forse per nostra fortuna - quella ingiustificabile fiducia dell'estero, che ha permesso alla Germania di stampare a getto continuo tanti miliardi e bilioni di carta straccia per cambiarli con decine e centinaia di milioni di ottimi dollari. Ma se il pericolo non è cos} grave e imminente, non si può per questo illudersi eh' esso non esista. Megli ultimi tre anni, in virtù del gettito sempre maggiore delle imposte, il bilancio dello Stato ha raggiunto o si è di molto avvicinato al pareggio ; la circolazione per conto dello Stato è diminuita; la bilancia commerciale è sensibilmente migliorata; il movimento dei forestieri ha raggiunto un'altezza ignota anche agli anni migliori dell'anteguerra; e tuttavia, nonostante questi fattori favorevoli, la lira è discesa da 25 a 20 centesimi. Se due anni fa si poteva sperare di stabilizzare la lira e di riammetterla al cambio coli' oro ad un quarto del suo valore nominale, oggi invece bisognerebbe discendere ad un quinto. Bi lioteca Gino Bianco

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