La Critica politica - anno V - n. 4 - aprile 1925

"I 182 LA CRITICA POLITICA Situazione normale e provvedimenti di eccezione. A Faenza, a Bologna, in altre località si sono avuti dolorosi episodt di sangue : dei fascisti furono uccisi; per rappresaglia si fecero altre vittime, si terrorizzarono popolazioni, si distrussero cose. Poichè si è preteso che i delitti compiuti su fascisti avessero un movente politico, così se ne è avuto un seguito esclusivamente politico, in quanto è esclusivamente politico il motivo per cui ci furono altri colpiti ed altre vittime. A un motivo incerto, un motivo certo; il cerchio della violenza, anzichè restringersi e chiudersi attorno alle prime vittime, si allarga, abbraccia e spezza nuove vite; il solco dell'odio si approfondisce. Questo è la politica che pure è l'arte di convivere insieme civilmente, con servizi e vantaggi reciproci. Non domanderemo come ciò sia possibile. Purtroppo è possibile I Domandiamo se ciò possa durare e dove potrebbe condurci durando. Nella domanda è il problema stesso della vita pubblica itatiana. Non si può negare quello che è chiaro, evidente come il sole. Dal momento che questi episodi avvengono - ora quà, ora là - è evidente, che la vita nel paese non è normale. E, poichè si ripetono con una qualche frequenza, si deve pure ritener-e che nemmeno tende a divenire normale. Insomma la affermazione fatta tanto spesso dal capo del governo e ripetuta dalla stampa fascista che la situazione è normale ' che la tranquillità è completa, che il paese è concorde e bada ai suoi affari e non si occupa di. ... politica è smentita dai fatti. Sono anzi gli stessi fascisti che la smentiscono dando un movente politico e un seguito politico a delitti che, per quanto compiuti su persone di fascisti, potrebBiblioteca Gino Bianco bero avere avuto un movente personale e passionale. Ammettendo che la pass'ione politica possa armare la mano di un avversario del fascismo e indurlo a compiere un delitto contro un fasci sta, per il fatto solo che è fascista, si ammette anGhe che la situazione sia tale che una parte dei cittadini (notevole se poi le rappresaglie si dirigono su numerosi grup- .pi d'individui e persino su speciali quartieri o centri abitati) vi si trovi così a disagio, così violentata e oppressa da determinare in alcuni l'idea e la capacità del delitto. . In genere il delitto politico è stato sempre un fatto eccezionale, in periodi di forti restrizioni o di oppressione. Chi lo compiva aveva sempre di mira, nella persona contro la quale si dirigeva, un risultato politico preciso. Adesso non sarebbe neanche questo. Sarebbe nella forma e per le persone contro le quali si compie (oscure o senza importanza nella vita politica locale e nazionale) la para e semplice esagerata protesta contro il regime, resa più grave e impressionante dalla frequenza con cui si ripetono. Ora se così fosse, pensare che vi si possa porre rimedio da parte del governo con nuovi provvedimenti preventivi e repressivi - come propongono Farinacci e Balbo - sarebbe lo stesso che volere aggravare il male, moltiplicandone le mt?nifestazioni. La colpa è delle opposizioni 1- sostengono Farinacci e Balbo. Dicano piuttosto che la opposizione nel paese c'è ed è assai viva e sentita se, nonostante tutto, certi fatti sono potuti avvenire e continuano ad avvenire. -Ma quanto al modo di porvi rimedio dovrebbero pure chiedersi se, anzichè nella eliminazione preventiva degli avversari come essi propongono, non sia nella eliminazione delle

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