La Critica politica - anno V - n. 4 - aprile 1925

180 LA CRITICA POLITICA =======================================-_--=__== e importante: quella di ciò che la Milizia deve rappresentare tra le forze armate dello Stato. La Milizia, è in semplice servizio di polizia politica oppure è in servizio di difesa nazionale? È o non è parte integrante dell'ordinamento militare? Esercito e Milizia. A queste domande ha voluto rispondere l'ex-comandante della Milizia, I. Balbo, in un giornale fascista ferrarese di nuova fondazione. Per quanto il Balbo, in seguito ad una nota disavventura giudiziaria, abbia cessato dalla carica, dalla quale dovette dimettersi, deve sempre ritenersi che il suo pensiero rispecchi anche quello prevalente tra gli ufficiali della Milizia. Non solo: quanto egli scrive illumina molto bene i precedenti della questione e Io stato di fatto nei rapporti tra Esercito e Milizia. Scrive dunque l'ex-generale fascista nel Corriere padano del 6 aprile: " Si parla di concentrazione unica della difesa nazionale e se ne citano tre elementi principali: esercito, marina, aeronautica. Diciamo subito che alla concentrazione della difesa nelle mani di uno solo siamo favorevoli, ma che le branche di essa non sono tre, ma quattro : e la quarta è la milizia. "Della milizia ormai troppi si dimenticano voleqtieri. E se il tentativo della sua distruzione anche formale non si è registrato, vuol dire che sono molto resistenti e tenaci le ragioni intime della sua vita e le giustificazioni del suo dover essere. Il suo atto di morte avrebbe dovuto datare dal giorno in cui il gen. Di Giorgio riuscl a strappare al Consiglio dei ministri il decreto che imponeva a tutti i comandi della milizia l'equiparazione dei gradi militari ai gradi. Biblioteca Gino Bianco dell'esercito, il giorno in cui insomma, mediante l'opera tenace di sabotaggio del ministro Di Giorgio si tentò di togliere alla milizia tutto il suo spirito combattivo e rivoluzionario per relegarla alla funzione di mediocre ed inutile doppione dell'esercito o di un corpo di poliziotti in servizio di P. S. Ma per fortuna il famdso decreto non è stato mai applicato, perchè il duce col suo eccezionale intuito ne ha compreso tutto lo spirito sottile che avrebbe condotto alla disorganizzazione della formidabile istituzione ". · In questa questione dei gradi - per la quale parecchi generali improvvisati dovettero lasciarsi sostituire da vecchi generali di carriera passati a riposo -. l'ex-generale Balbo insiste in modo speciale. E merita di essere letto, anche su ciò, quello che egli . scnve: " Negli infausti giorni che hanno seguito alla tragedia di giugno, la milizia coi suoi fermi indirizzi al duce, con le sue rapide mobilitazioni, ha forse salvato il regime. Ma subito dopo, quasi per contraccolpo, si è democratizzata e oggi le forme tentano di soverchiarne in gran parte Io spirito, la tengono chiusa e soffocata in un regime di ovattata prudenza, che svela di continuo la preoccupazione del giudizio avversario. "Se si giungesse poi all'applicazione integrale del decreto, potrebbe essere - ripetiamo - il disastro; non per la diserzione delle masse di camicie nere libere di firmare da un istante all'altro le dimissioni; a un atto cosl grave non si arriverà mai, per~hè il milite, che è stato squadrista, e che di tanto in tanto assaggia in forma di piombo e di lama gli sporadici tentativi di resurrezione avversaria, ama ormai troppo il suo moschetto.

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