La Critica politica - anno V - n. 4 - aprile 1925

... NOTE E COMMENTI 179 fessionale, destituiti di ogni fondamento e di ogni serietà. Per esempio • ha detto che la Nazione Armata fa .. rebbe aumentare da parecchi miliardi il bilancio della guerra, mentre anche a pari efficenza la spesa non può essere che assai minore. Ha detto pure che la frase < Nazione Armata > non ha che il significato di diminuzione della preparazione per la guerra. Ha infine · sostenuto che l'esercito permanente è per l' Italia una necessità demografica in quanto servirebbe a fare da valvola di sicurezza tra offerta e domanda di lavoro e a stabilire l'equilibrio delle mercedi. Le argomentazioni, come si vede, sono peregrine e basta accennarle. Tuttavia l'opposizione dei grossi generali ha avuto ragione della volontà del Ministro. Mussolini, piuttosto che alienarsi definitivamente le simpatie dell'esercito, ha preferito sacrificare il Ministro ed il progetto che gli stava a cuore in quanto entrava nel quadro delle riforme fasciate all'ordinamento costituzionale dello Stato. Per il fascismo si tratta, insomma, di un insuccesso. Bisogna, però, guardarsi, nel compiacersene, di far passare per buona la tesi militare dei generali. Lo diciamo per quei giornali di opposizione i quali, in questa occasione, hanno dimenticato che v'è anche per il problema militare una soluzione democratica, la sola soluzione possibile. Cattaneo l'aveva prospettata nella formula seguente: " militi tutti, soldati nessuno"" I due giuramenti. Colla questione della riforma dell'ordinamento militare è venuta fuori pure la questione della Milizia. L'on. Di Giorgio, parlando al Senato, s'era lasciato uscire detto che egli non s'er-a iscritto al partito faBiblioteca· Gino Bianco scista, perchè, come militare, sentiva il dovere di mantenersi fedele ad un giuramento solo. La frase provocava una manifestazione di sorpresa e di malumore tra gli ufficiali della Milizia e una lettera di chiarimento del ministro al generale Gandolfo, comandante della Milizia. Le mie parole - il ministro ha spiegato - " non si riferivano che agli ufficiali, come me, in servizio attivo permanente e non già agli ufficiali in congedo che, proprio nello stesso recente discorso al Senato, ho affermato debbano essere considerati alla stregua degli altri cittidini, nel pieno possesso dei loro diritti èivili e politici. Meno che mai, le mie parole potevano riferirsi al secondo giuramento prestato nel novembre scorso insieme alla Milizia, perchè lo stesso giuramento io stesso ho ripetuto più volte, sia in occasione della elezione a deputato, sia in occasione della nonima a ministro >. Non sappiamo quanto la spiegazione sia riuscita soddisfacente. Ci sembra però che l'on. Di Giorgio, piuttosto che precisare la questione, l'abbia girata senza affrontarla. Qui non si tratta delf aver prestato una piuttosto che due o più volte lo stesso giuramento o del maggiore o minore diritto degli ufficiali in congedo a essere nel pieno possesso dei loro diritti civili e politici, si tratta invece della unicità del giuramento militare. Deve essere uno il giuramento o possono essere due, a due cose diverse? Ecco il punto. Ed ecco tutta la sostanza della questione che le spiegazioni del generale Di Giorgio non valgono ad eliminare. L'on. Di Giorgio ha creduto di poterla super-are ponendo gli ufficiali della Milizia tra quelli in posizione di congedo. E, senza volerlo, ha sollevato una questione ben più grave

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