APPUNTI PER UNA STORIA DEL SOCIALISMO ITALIANO 167 gJunse logicamente la _Francia nel secolo scorso sballottata tra legittimisti, socialisti, radicali, clericali, repubblicani etc. il giolittismo fu il risultato cui giunse l' Italia uscita dal Risorgimento. Risultato che ebbe una originalità particolare e una fisionomia propria, in quanto ad esso si pervenne non con la forza ma con il cinico sfruttamento degli stati d'animo che sopra abbiamo descritto, con l'uso dei mezzi costituzionali, con la politica nota sotto il nome di trasformismo e di corruzione. L' invito a Turati nel 1904, - se ben ricordiamo - a vestire la divisa di ministro fu, perciò, la logica conseguenza di tutta un'arte di governare. Voleva essere la definitiva sanzione dell'addomesticamento proletario e tendere a far sempre più dell'Italia una nazione moderna nelle apparenze, medievale nella sostanza, ove la quiete interna veniva compe!]sata dalle graziose· concessioni statali. Ora, però, questo calcolo essenzialmente materialista non riuscl appunto per lo stato d'animo delle masse che con la legalizzazione del loro movimento venivano a perdere la speranza della palingenesi, onde si seguitò tra la pratica opportunista e il rivoluzionarismo verbale fino a che non sopravvenne la guerra. III. Il neutralismo socialista e il neutralismo giolittiano non sono coincidenze puramente fortuite. Servono, anzi, a rafforzare ancora quanto si è detto. Se i inotivi possono sembrare diversi nelle apparenze, la sostanza rimane la stessa. La guerra per l'uomo di stato piemontese rappresentava l'avventura di dubbio esito, il. fatto nuovo che avrebbe por.tato lo scompiglio nei suoi calcoli, l'esperienza rivoluzionaria antitetica a quella vagheggiata, pacifica, metodica, regolata. Per i socialisti fu l'improvvisa tegola sul capo, l'avvenimento che avrebbe reso impossibile la pratica antica tanto comoda quanto facile, in quanto mediante esso situazioni di responsabilità e di iniziativa si sarebbero create. Tutto ciò, adunque, prova la giolittizzazione del socialismo nell'esplosioue di un simile spirito conservatore, invano mascherato ideologicamente, di fronte ad un fenomeno grandioso e tragico il quale attraverso il dolore che ha generato ha pure reso l' Italia sensibile al ritmo della vita europea, ha fatto vedere che I' unità cominciava a divenire una realtà.· Ma gli atti di coraggio, le prove di eroismo, l'audacia di chi affronta le cime· ardue appunto per provare la propria capacità, per collaudarle e schiudersi nuovi orizzonti devono cercarsi solo in chi possiede l'educazione adeguata. Non a colui che ama non affacciarsi alla finestra per le tema di ona infreddatura pur sapendo della ineluttabilità della medesima. II dopoguerra infatti fu la prova del fuoco, mise alla prova la capacità rivoluzionaria del partito e con le scissioni Io scaraventò sulla strada maestra11ella quale mai si era trovato. Ora non è il caso di fare una disamina delle condizioni in cui si- venne a trovare l'Italia dopo l'armistizio. La cronaca è troppo recente, e la passione ancora troppo viva nel cuore per un giudizio almeno approssimativamente esatto. Giova solo ripetere che il socialismo ingrossò le sue file per il confluire in esso di diversi stati d'animo che, transitorii negli altri paesi, nel nostro ebbero più lunga durata appunto per le solite cause di immaturità e di infantilismo. Non si trattò, quindi, di un approdo conseguenza di una elaborazione. Di fatti contingenti, invece, di feBiblioteca Gino ·Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==